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L’amore ai tempi di ChatGPT: guida (non sempre infallibile) per cuori moderni

Dalle battute per fare colpo ai consigli per lasciarsi con stile, sempre più persone si affidano all’intelligenza artificiale per affrontare le sfide dell’amore moderno. Ma può davvero sostituire l’empatia umana?

L’amore ai tempi di ChatGPT: guida (non sempre infallibile) per cuori moderni

Due anni fa, Henry (nome di fantasia), 22 anni, ha iniziato a usare ChatGPT per migliorare i suoi messaggi su Hinge. Bastava caricare il profilo di una ragazza e il chatbot suggeriva battute e spunti per rompere il ghiaccio. Il tono? Cortese, diretto, a volte un po’ cringe. Funzionava, finché Henry non ha inviato per errore alla sua match l’intera conversazione con l’AI. Momento imbarazzante, ma superato: ormai usare l’AI per rimorchiare è sempre più comune.

ChatGPT oggi aiuta in ogni fase della relazione: dalle frasi di apertura, agli inviti a uscire, fino alle lettere di addio. Marcus Elola, sviluppatore per GPT Store, ha creato una Breakup Guide per chiudere relazioni con tatto. Per molti, specie uomini, è uno strumento utile per gestire momenti emotivi complessi. Il terapeuta Jeff Guenther osserva: «Gli uomini tendono ad affidare all’AI il proprio lavoro emotivo, evitando la vulnerabilità».

Alcune donne, però, si sentono ingannate nel sapere che i messaggi ricevuti erano scritti da un chatbot. Altri, come il comico Jared Freid, vedono un lato positivo: «Se un uomo fa lo sforzo di sembrare più empatico con l’AI, può essere persino apprezzato». Lo stesso podcast U Up? ha testato ChatGPT per riscrivere messaggi di rottura: i risultati? Sorprendentemente decenti.

Intanto anche le app di dating si adattano: Grindr ha lanciato A-List, un sistema AI che ti suggerisce con chi risentirti. Tinder ha testato The Game Game, una chat vocale con un amante AI che valuta le tue doti di flirt. Alcuni utenti analizzano migliaia di messaggi su Tinder con ChatGPT o creano profili psicologici dettagliati dei match prima di un incontro.

Molti usano l’AI per superare rotture o dubbi: chiedono consigli, elaborano emozioni, ricevono risposte rapide e rassicuranti. Ma secondo Guenther, questo può diventare una scorciatoia che ostacola la vera crescita emotiva: «Parlare con un bot evita la vergogna, ma anche l’evoluzione personale». Uno studio con il MIT mostra che gli utenti frequenti di ChatGPT spesso riportano più solitudine.

Henry oggi ha smesso con le app e ha iniziato a conoscere persone dal vivo. Sta frequentando qualcuno che gli piace davvero. Eppure, quando lei gli ha raccontato un sogno in una mail, lui l’ha comunque copiato su ChatGPT per capirne il significato: «Mi ha dato una psicoanalisi assurda. È stato utile, ma anche inutile».

Forse è proprio questo il punto: ChatGPT può aiutare, ma non sostituire il cuore umano.

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