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CINEMA
10 Luglio 2025 - 10:50
Da quando avevo visto il primo trailer di "F1 - Il film" le mie aspettative non erano molto alte, nonostante il grande team di produzione e il cast stellare che giravano attorno alla pellicola. Prevedevo già un film molto "americano" e poca Formula 1.
Per quanto io sia fan di Brad Pitt, pensarlo protagonista di un film del genere un po' mi faceva ridere, pensavo che non fosse adatto al ruolo.
Non mi aspettavo niente di speciale. Eppure, sono uscita dalla sala piacevolmente sorpresa.
La trama è la più semplice e classica che si possa avere, un classico dei film sportivi: Sonny Hayes (Brad Pitt), un ex pilota di Formula 1, dopo un grave incidente agli albori della sua carriera si è ritirato dalle competizioni maggiori. 30 anni dopo, con una ludopatia quasi patologica, un furgone come casa e un sempre vivo amore per la velocità, Hayes fa il pilota a noleggio per altre competizioni come la NASCAR e la 24 Ore di Daytona. Una sera viene raggiunto da Ruben (Javier Bardem), amico ed ex pilota anche lui, che gli offre una seconda possibilità per tornare nel mondo della Formula 1 gareggiando con la sua squadra in difficoltà, la Expensify APXGP, e fare da mentore a giovane talento Joshua Pearce (Damson Idris). La sua sfida sarà quella di affrontare le difficoltà della squadra, le tensioni con il compagno e i demoni del suo passato, cercando di salvare il team dal fallimento.
Una storia godibile per quanto prevedibile, con un tocco (a volte anche troppo) di "americanità" nei dialoghi tra i personaggi. Ma non è la sceneggiatura il vero punto forte del film.
Guardare le varie gare sul grande schermo mi ha fatto provare le stesse sensazioni che provo ogni domenica quando i motori si accendono e i semafori rossi si spengono.
Complice la già buonissima regia dei veri Gran Premi e la partecipazione di tutti i piloti attuali, oltre all'utilizzo di una telecamera in miniatura 6K mai usata prima nel cinema, lo spettatore è catapultato nell'abitacolo insieme ai protagonisti - perché sì, Pitt e Idris sono sempre alla guida delle loro vetture - e la tensione delle gare è palpabile e, soprattutto, vera. Non sono mancati i rimandi a veri incidenti avvenuti nel corso degli anni, come l'incidente di Martin Donnelly, pilota Lotus ispirazione per il personaggio di Sonny Hayes, avvenuto al Gran Premio di Jerez nel 1991 di cui sono state usate immagini dell'epoca e l'incidente di Alexander Peroni al Gran Premio di Monza 2019 della Formula 3, reso così bene da farmi quasi urlare e alzare dalla sedia in sala.
A braccetto con la regia c'è una spettacolare gestione del comparto sonoro, sia negli effetti che nella colonna sonora. Il rombo dei motori, lo stridio delle gomme sull'asfalto, il clangore delle auto nelle collisioni di gara, tutto è amplificato e pompato al massimo per farti sentire nel vivo dell'azione e saltare sulla sedia a ogni tocco di ruota.
I (pochi) brani musicali originali sono stati composti dal maestro Hans Zimmer che, dopo aver già lavorato a "Rush", torna a regalarci un'atmosfera synth ed epica per un'altra storia della Formula 1.
Qualcuno potrebbe chiedersi perché il regista Joseph Kosinski abbia deciso di puntare così tanto a una regia perfetta e a un comparto sonoro egregiamente curato rispetto a una trama anche solo un poco più originale.
La risposta sarebbe semplice: questo è un film nato per essere visto al cinema. È un film creato ad hoc per il pubblico delle sale, per far sentire allo spettatore quell'atmosfera magica e avvolgente che solo un grande schermo e un buon impianto audio possono far provare.
Se siete rimasti anche solo un minimo incuriositi, fidatevi: andate al cinema a vedere "F1 - Il film".
Non ve ne pentirete.
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