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Cinema e TV
22 Luglio 2025 - 16:15
Vi siete mai chiesti come i film vengono nominati agli Oscar? Molti pensano che inizi con una semplice presentazione all'Academy davanti ad una giuria per poi essere candidati, ma in realtà non funziona così. Venire nominati agli Oscar è un processo che richiede tempo, pazienza e soldi, molti soldi. E non solo da parte del pubblico che va al cinema e paga il biglietto per vedere la pellicola. Ci vuole anche una speciale presentazione durante eventi d'eccezione per ricevere più visibilità da parte dei critici e, di conseguenza, dei giurati.
Quindi come funziona questo processo che porta un film ad essere nominato agli Oscar? Ci sono degli steps essenziali:
Tutto inizia molto prima dell’Academy. I film che ambiscono a una candidatura devono farsi notare, e per farlo scelgono i palcoscenici più prestigiosi:
Festival di Cannes (maggio)
Mostra del Cinema di Venezia (fine agosto/settembre)
Toronto International Film Festival – TIFF e Telluride (USA, settembre)
New York Film Festival (ottobre)
Sundance (gennaio, per film indipendenti)
In questi eventi, il film si presenta per la prima volta al mondo: registi e attori sfilano sul red carpet, i critici si pronunciano, e i distributori iniziano a fiutare i potenziali campioni della stagione dei premi.
Quest’anno, ad esempio, film come It Was Just an Accident di Jafar Panahi e Sentimental Value di Joachim Trier hanno già scosso Cannes, mentre adesso si attende A House of Dynamite di Kathryn Bigelow e La Grazia di Paolo Sorrentino a Venezia, che potrebbero essere una delle grandi sorprese del 2025.
Dopo i festival, se il film non ha ancora un distributore (spesso accade con i titoli indipendenti), cominciano le trattative. Una volta trovato, il passo successivo è decidere la data di uscita nei cinema.
E qui entra in gioco la strategia: uscire tra ottobre e dicembre è spesso la mossa vincente. È il periodo “caldo” in cui l’Academy guarda con più attenzione e il film resta fresco nella memoria dei votanti.
Una volta che il film è uscito nelle sale (almeno per 7 giorni consecutivi a pagamento a Los Angeles, come richiede il regolamento), inizia la campagna promozionale vera e propria, nota come "For Your Consideration".
Cosa include?
Proiezioni private per i membri dell’Academy
Q&A con il cast e il regista
Pubblicità su riviste specializzate (come Variety o The Hollywood Reporter)
Interviste, eventi, cene di gala: tutto per far parlare del film
E sì, tutto questo costa milioni di dollari. Le major lo sanno bene e non esitano a investire se credono che il film abbia possibilità.
Nel frattempo, il film comincia a essere giudicato anche da altri enti:
Le associazioni dei critici (New York, Los Angeles, National Board of Review)
I Golden Globes, i Critics Choice Awards
I sindacati di categoria: registi (DGA), attori (SAG), sceneggiatori (WGA), produttori (PGA)
Questi premi sono un importante termometro: più un film (e i suoi interpreti) vince o viene nominato, più le sue chance agli Oscar crescono. Agli Oscar di quest'anno, Anora aveva dominato praticamente ovunque prima ancora di arrivare alla cerimonia degli Academy Awards con la sua Palma d'Oro, il David di Donatello, due BAFTA, un WGA, un DGA, un Critic's Choice e cinque Oscar su sei.
Una volta che la macchina promozionale è avviata, i produttori iscrivono il film ufficialmente all’Academy, specificando per quali categorie vogliono essere considerati: miglior film, regia, attori, sceneggiatura, fotografia e così via.
Nel caso del Miglior film internazionale, è il Paese d’origine a dover scegliere e inviare un solo titolo, come l’Italia ha fatto nel 2024 con Io Capitano di Matteo Garrone.
L’Academy è composta da circa 10.000 membri, divisi per settore (attori, registi, montatori, ecc.). Ogni ramo vota per le nomination nella propria categoria (gli attori per gli attori, i registi per i registi, ecc.), ma tutti possono votare per il Miglior film.
Chi ottiene più voti… entra ufficialmente tra i candidati agli Oscar.
Dopo l’annuncio delle nomination (generalmente a gennaio), i membri dell’Academy votano una seconda volta, questa volta per decidere i vincitori finali. È il momento decisivo, in cui le campagne promozionali, la memoria dei votanti e — idealmente — la qualità artistica del film convergono per determinare chi alzerà la statuetta.
Proprio per evitare voti poco informati o basati su ricordi confusi, l’Academy ha recentemente introdotto una regola fondamentale: da quest’anno, ogni membro dovrà confermare di aver visto tutti i film nominati in una categoria prima di poter votare per quella categoria.
Una decisione nata anche da casi emblematici del passato. Celebre l’episodio di Ralph Fiennes, che molti membri dell’Academy credevano avesse già vinto l’Oscar per Schindler’s List, quando in realtà era solo stato nominato. Questo fraintendimento contribuì alla sua esclusione dal podio. Per evitare situazioni simili — e dare il giusto peso a ogni candidatura — l’Academy ha deciso di rendere il voto più responsabile e consapevole.
Inoltre, sulle schede di voto finali ora compaiono i nomi specifici dei candidati, accanto al titolo del film, per garantire trasparenza e riconoscimento anche alle figure meno note al grande pubblico (come compositori, montatori, tecnici del suono).
Essere candidati agli Oscar non dipende solo dalla qualità artistica, ma da un mix di fattori: festival giusti, distribuzione mirata, campagne intelligenti, riconoscimenti intermedi. È un vero percorso a ostacoli, che inizia mesi o anche un anno o più prima che l’Academy entri in gioco.
E mentre il viaggio da Cannes prosegue con prossima tappa Venezia, possiamo già scommettere che alcuni dei film presentati in questi giorni li rivedremo sul palco degli Oscar 2025.
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