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07 Agosto 2025 - 09:02
Un sms sul telefono, la fila alle Poste, una carta che può valere il pane sulla tavola o il pasto di domani. Il governo riattiva la “Carta dedicata a te”, e con essa anche il bonus una tantum da 500 euro per le famiglie in difficoltà. Un aiuto concreto, sì, ma che arriva selezionando in modo rigido e, in alcuni casi, spietato. Non tutti quelli che faticano saranno inclusi. Non tutti quelli che avrebbero bisogno riceveranno davvero quella carta.
Il decreto interministeriale è stato firmato: manca solo il via libera definitivo della Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Poi partirà la macchina organizzativa che porterà, tra settembre e ottobre, alla ricarica automatica delle carte già esistenti o al ritiro delle nuove. Nessuna domanda da presentare, tutto gestito dall’INPS: elenchi, controlli, comunicazioni.
Chi ha diritto al bonus e chi ne resta fuori
La platea dei beneficiari è composta da famiglie residenti in Italia con un ISEE fino a 15.000 euro. Ma il solo limite di reddito non basta: viene data priorità ai nuclei composti da almeno tre persone. Tra questi, prima vengono le famiglie con figli minori, soprattutto se nati entro il 2011 (cioè fino a 14 anni), poi quelle con figli fino a 18 anni. Solo dopo si prendono in considerazione gli altri nuclei numerosi, ma sempre tenendo conto dell’ISEE più basso.
Fuori, senza possibilità di appello, restano i single e le coppie senza figli, anche se con redditi bassissimi. Esclusi anche coloro che ricevono già altri sostegni pubblici: Assegno di inclusione, Carta acquisti, bonus regionali o comunali contro la povertà. E non ci sarà spazio nemmeno per chi percepisce sussidi come la NASpI, la Dis-Coll, la cassa integrazione o l’indennità di mobilità. Tutti tagliati fuori in automatico.
Cosa si può acquistare (e cosa no)
Il bonus è destinato esclusivamente all’acquisto di generi alimentari di prima necessità. Pane, pasta, riso, farina, latte, uova, carne, pesce, ortaggi e frutta, freschi o surgelati. Si possono comprare anche legumi, olio d’oliva, conserve di pomodoro, tonno e carne in scatola, prodotti DOP e IGP, fino ad arrivare ai prodotti da forno surgelati. Tutto ciò che non rientra in questa lista, è vietato.
Esclusi in modo netto gli alimenti trasformati non autorizzati (come marmellate o snack), le bevande zuccherate, gli alcolici. E ancora: niente farmaci, niente prodotti per l’igiene personale, detersivi, articoli per la casa. Fuori anche i trasporti e i carburanti, che in passato erano stati ammessi ma ora vengono esclusi per scarso utilizzo. L’obiettivo del governo è chiaro: si comprano solo beni alimentari essenziali, e nient’altro.
Chi riceverà la carta – o la ricarica – dovrà fare attenzione a una prima data fondamentale: entro il 16 dicembre 2025 è obbligatorio effettuare almeno un acquisto. In caso contrario, il contributo andrà perso. Non solo: tutta la somma deve essere spesa entro il 28 febbraio 2026, termine ultimo fissato dal decreto. Dopo quella data, anche i centesimi inutilizzati verranno revocati.
Dove si può usare la carta
La carta potrà essere utilizzata soltanto negli esercizi commerciali convenzionati con il Ministero dell’Agricoltura. Parliamo principalmente della grande distribuzione organizzata, come Coop e le principali catene di supermercati. Non tutti i negozi aderiscono: l’elenco aggiornato dei punti vendita sarà pubblicato sul sito ufficiale del Ministero.
C’è un ulteriore vantaggio per chi userà correttamente la social card: uno sconto automatico del 15% su ogni acquisto effettuato nei punti vendita convenzionati, ma solo pagando con la carta stessa. Lo sconto non vale se si paga in contanti o con altri metodi.
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