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Il mistero
19 Giugno 2023 - 12:48
I sommozzatori dei vigili del fuoco al lavoro nel Po
Sono riprese in questi minuti, alle prime luci dell'alba, le ricerche dei vigili del fuoco nelle acque del fiume Po. Cercano un giovane che da 48 ore non si trova più e che, al momento, nessuno sta reclamando. Né la famiglia, e neppure gli amici. Sullo sfondo, anche storie drammatiche di fragilità giovanile. Storie che possono sfociare nella criminalità e finire nel dramma, come forse è successo nel Po, al confine con Moncalieri, nel primo sabato afoso di giugno.
Qui da due giorni pompieri, polizia e carabinieri sono alla ricerca di un ragazzo africano, scomparso. Forse inghiottito dalle acque. Un mistero iniziato sabato quando dei giovanissimi si sono radunati sulla riva.
Prima i tuffi, poi i ragazzi avrebbero preso la canoa di uno dei circoli - in zona ce ne sono quattro: Riverside, Master Club, Fioccardo e Ronchiverdi - e l’avrebbero spinta in acqua per poi salirci. Ad un certo punto, avrebbero perso il controllo. Ed è qui che è iniziato quello che ancora adesso è un giallo: un ragazzo di origine africana si sarebbe tuffato per salvare il gruppetto, non riemergendo più. I quattro sono usciti, ma si sono dileguati e non sono stati identificati né rintracciati. Da lì, le ricerche per trovare il giovane africano.
I pompieri sono arrivati con l’unità cinofila e i sommozzatori. Col gommone hanno battuto più volte il Po, che dopo le piogge è profondo più di tre metri in quell’area. Poi è toccato all’elicottero alzarsi in volo e perlustrare il fiume. «Facciamo ricerche via fiume, via terra e via aerea, coinvolgendo tutte le risorse possibili, non lasciamo nulla di intentato», spiega l’ispettore dei pompieri, Nicoletta Castelli. Il tutto mentre l’area dei circoli di corso Moncalieri è presidiata da carabinieri e polizia.
Facciamo ricerche via fiume, via terra e via aerea, coinvolgendo tutte le risorse possibili, non lasciamo nulla di intentato
Nicoletta Castelli
vigili del fuoco
A dare l’allarme, sabato, una signora di passaggio, che ha visto i ragazzi in difficoltà. Tra i testimoni oculari c’è però Vito, che i giovani in acqua li ha visti: «Ero a passeggio col cane, ho visto i ragazzi in acqua e ho subito pensato: “Ci vuole coraggio a fare il bagno lì”. Ma ridevano e scherzavano, quindi non ho allertato nessuno». Chi spesso vede minorenni tuffarsi nel Po è Daniele Lardizzone, bagnino del Riverside: «Ci sono giovani che fanno il bagno dalle Vallere. Ma la gente non capisce che il Po è pericoloso».
Ci sono giovani che fanno il bagno dalle Vallere. Ma la gente non capisce che il Po è pericoloso
Daniele Lardizzone bagnino
A riva i poliziotti hanno trovato, oltre a felpa, pantaloni, sandali, degli elementi importanti: due cellulari e un marsupio con 150 euro in banconote da 10 e da 20. Insomma, quello che si dice il “kit del pusher”.
Il giovane africano era uno spacciatore? Non è da escludere, perché dall’altro lato del Po, su corso Unità, la droga scorre a fiumi nell’area del Palazzo del Lavoro abbandonato. I pusher, africani, stazionano ore a smerciare stupefacenti ai clienti di zona. E forse, il giovane scomparso e non più riemerso potrebbe essere uno di loro. Dal cellulare la polizia sarebbe riuscita a risalire a un nome e a un indirizzo in Barriera di Milano. Ma lì non l’hanno trovato e nessuno sembra conoscerlo.
Ma non è finita qui, perché all’appello mancherebbe anche un altro soggetto, sudamericano della Bolivia, di 35 anni. Qui però ci sono già più certezze: l’uomo si è gettato in acqua, poi è uscito all’altezza della passerella di Italia ‘61 ed è stato inseguito dai carabinieri. Per quale motivo? Una delle tante domande senza risposta.
Un’altra domanda: ora gli scomparsi sono due? Forse sì, in una storia che ormai si tinge sempre più di giallo, con sullo sfondo l’ombra della criminalità e dello spaccio a Torino Sud. Insomma, tanti dubbi e poche certezze. Tra le cose certe, c’è però che le ricerche dei vigili del fuoco, che si sono interrotte ieri sera intorno all’ora di cena, sono riprese stamattina subito dopo l'alba. Per cercare di mettere la parola fine a un mistero che da sabato aleggia sulle acque - profonde - del Po.
Niccolò Dolce
Federico Gottardo
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