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Economia Circolare
20 Giugno 2024 - 07:00
A Mirafiori si lavora, anche se a rilento, su un turno solo: le Fiat 500e hanno ricominciato a uscire dalla catena di montaggio, in particolar modo quelle dell'allestimento speciale cabrio Mirafiori, che sarà in vendita solo per il periodo estivo e solo in Italia. Ancora poco per dire che il peggio sia passato, e difatti fino ad agosto rimane in vigore il contratto di solidarietà per 1.200 lavoratori. Ma Mirafiori ha un'altra carta, che secondo il Gruppo si sta rivelando molto redditizia: almeno 2 miliardi di euro, dando la possibilità di attuare una strategia che potrebbe cambiare sia le dinamiche produttive del Gruppo, sia il destino dei fornitori (o almeno una parte).
A Mirafiori, in una vasta area delle ex Presse, da quasi due anni c'è SUSTAINera, la business unit dedicata alle attività di Economia Circolare di Stellantis: una porzione di stabilimento dove arrivano vetture da ricondizionare o da demolire, ma recuperando le parti da reimmettere nel circolo produttivo. Una strategia basata sulla riduzione dell'impronta di carbonio, sul miglioramento dell'impatto sulle risorse naturali, e sul risparmio sui costi di materie prime e altri materiali. Non solo quelle componenti che possono divenire parti di ricambio, ma vere e proprie parti che possono andare a formare le nuove autovetture.
COME FUNZIONA L'HUB DI ECONOMIA CIRCOLARE A MIRAFIORI? GUARDA IL VIDEO
“Dal 2022 quando abbiamo lanciato SUSTAINera, abbiamo ottenuto risultati molto positivi in aree quali la rigenerazione dei componenti, il riciclo delle batterie e i veicoli a fine vita”, ha dichiarato Alison Jones, Senior Vice President, Global Circular Economy di Stellantis, durante la presentazione allo IARC (International Automotive Recycling Congress), l’evento annuale dedicato al settore del riciclo auto, tenutosi ad Anversa, in Belgio. “Rimaniamo fedeli all’obiettivo di decuplicare i ricavi generati dal riciclo dei materiali e di ottenere a partire dal 2030 oltre 2 miliardi di euro di ricavi con la business unit di Economia Circolare, in linea con il piano strategico Dare Forward 2030 di Stellantis”.
Nell'hub sono già stati spostati molti lavoratori dai reparti fermi o a scartamento ridotto. E altri ne saranno destinati. Al di là del business dell'economia circolare, come dimostrano anche altri Gruppi che stanno sposando questa filosofia, il recupero di materie prime - particolarmente importante nel momento in cui si comincerà a farlo anche con le batterie delle elettriche - può agevolare un costruttore nella sua dipendenza dai fornitori di componenti.
Da tempo Stellantis ha iniziato a operare una forte opera di persuasione sui fornitori per ottenere una riduzione dei costi almeno del 6%. Per Carlos Tavares, "anche loro devono cominciare a correre" nell'ambito della razionalizzazione per arrivare a una maggiore competitività delle automobili italiane nei confronti della concorrenza cinese. E se non bastasse? "Quando i fornitori non corrono alla stessa velocità dei nostri team, i nostri team vedono un grande vantaggio nell'insourcing" ha detto giorni fa il ceo portoghese. Intendendo con "insourcing" il fatto che molte cose "esternalizzate" possano essere riportate all'interno degli stabilimenti Stellantis.
Dunque, Stellantis vorrebbe produrre da sé alcune parti? E quali? Nelle scorse settimane c'era stato un braccio di ferro con uno storico fornitore di acciai e stampati in Francia, una divisione a sua volta di un importante fornitore in Piemonte. Si potrebbe internalizzare la produzione di elementi plastici, riutilizzando i materiali di Sustainera? O gli elementi di vetro? Le parti elettroniche da ricondizionare?
Un piano che è ancora da svelare, che probabilmente fa parte di quel ventaglio di possibili soluzioni che nei team di Stellantis vengono normalmente elaborate nelle continue riunioni con Tavares (anche quando è nella sua fattoria in Portogallo). L'obiettivo, e lui l'ha dichiarato chiaramente, è tagliare mezzo miliardo di euro di costi. Entro il semestre.
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