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Calcio & Business
14 Agosto 2024 - 07:20
Ultime ore, con Ferragosto di mezzo, per la Juventus in cerca dello sponsor sulle maglie. Per non ritrovarsi, lunedì sera al debutto in campionato contro il Como - ma è possibile avere un posticipo del lunedì già alla prima di campionato? Ma siamo seri... -, con le maglie intonse (o al peggio con quel "Juventus Lab" visto durante l'amichevole in famiglia contro la NextGen). Che, per quanto possano piacere ai puristi di un tempo antico, non aiutano né il bilancio né l'immagine. E il tutto per un caso politico che, nelle ultime ore, ha assunto i connotati del vero mistero.
Se dal governo sono pronti a usare lo strumento del Golden Power sulla cessione della maggioranza di Comau da parte di Stellantis, sul caso Juve è sufficiente il veto di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. Niente soldi a John Elkann e alle sue società, avrebbe detto la premier. Stoppando così la sponsorizzazione della Juventus da parte di Ita Airways, la compagnia aerea la cui maggioranza è nelle mani del ministero dell'Economia.
I desiderata bianconeri erano di un accordo per una quarantina di milioni a stagione - meno di quanto provvedeva Jeep, brand di Famiglia -, ma con la società presieduta da Antonino Turicchi si era poi arrivati a una ventina, cifra importante per una compagnia che deve ancora uscire dal rosso di bilancio, ma considerata potabile anche dai nuovi soci di Lufthansa. In particolare per le ricadute di immagine sul mercato nordamericano che Ita Airways punta e dove la Juve è forte a livello di brand. Ma alcuni osservatori non possono fare a meno di rimarcare la coincidenza delle nuove rotte, e accordi, sull'Algeria, dove Stellantis sta investendo forte in termini in stabilimenti e accordi commerciali. E John Elkann avrebbe incamerato una bella "operazione simpatia" e di distensione nei confronti del governo.
Da parte del Mef, a quanto risulta a TorinoCronaca, c'era più che un beneplacito del ministro Giancarlo Giorgetti, che a maggio si era intrattenuto con John Elkann protagonista di un blitz in prima persona in tribuna allo stadio, durante la finale di Coppa Italia. Ma la presidenza del Consiglio che ne pensava? Stando alle ricostruzioni di Lettera43 il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari sarebbe l'uomo che si è messo di traverso, con una segnalazione che avrebbe smosso addirittura Giorgia Meloni. Il governo lotta con Stellantis per via della produzione automobilistica e per l'occupazione e poi dà soldi alla squadra di calcio del presidente? "Assolutamente no" sarebbe stata la risposta.
Dal ministero, però, adesso vogliono fornire una versione completamente diversa - magari per non sottolineare che la premier ha sconfessato il suo ministro - ossia che di accordo non si è mai parlato e che, come riferisce MilanoFinanza, "l'intesa non era né plausibile né percorribile". Nonostante il placet di Lufthansa, peraltro.
Tramontato, o forse mai veramente decollato, il dossier Amazon, scartati alcuni partner asiatici tipo la Saudia, ossia la compagnia aerea saudita, adesso nelle mani del direttore finanziario bianconero Francesco Calvo restano una mezza dozzina di brand con cui trovare un accordo. Che, dopo tanti "niet", sarà per forza di cose al ribasso. In queste ore, garantiscono fonti in ambienti finanziari, dovrebbe esserci una svolta, se non un vero e proprio annuncio, in un senso o nell'altro. In ogni caso, non certo una bella figura per la società bianconera, che per prestigio ed esigenze di bilancio non può accontentarsi di brand di secondo piano, ma che un tempo avrebbe avuto la fila davanti alla Continassa.
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