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CARCERI
24 Agosto 2024 - 10:18
Nella giornata di mercoledì ci sono stati diversi disordini nel carcere di Ivrea. Un detenuto è finito al pronto soccorso dopo essere stato massacrato da altri due. Questo succedeva al terzo piano, mentre al secondo piano, dove sono ospitate persone detenute semi-protette a causa di “reati riprovevoli”, si stavano azzuffando altri uomini di quella sezione. Al pian terreno, dove ci sono le celle di isolamento sono state devastate prima l’ufficio della polizia penitenziaria e poi le camere di sorveglianza del piano.
«Il personale di polizia penitenziaria è in balia degli eventi e nel marasma più totale - ha dichiarato Leo Beneduci, leader di Osapp - perché le carceri sono vere e proprie bolge infernali dove il personale rischia la vita ogni giorno. Non va sottaciuta la gravissima circostanza che il carcere di Ivrea, da anni è senza un comandante di reparto titolare e che il personale sia di fatto privo di linee guida costanti».
Quello di Ivrea è un edificio di quattro piani, non accessibile ai disabili, esclusivamente dedicato alla detenzione maschile. Oggi ci sono 263 detenuti, a fronte di una capienza di 195. Il 40% dei ristretti di Ivrea lavora, dentro o fuori in regime di semilibertà. Gli agenti in servizio sono 160.
Aperta nel 1981, la Casa Circondariale di Ivrea è stata al centro delle cronache per lo scandalo delle torture a danno dei detenuti. Un quarto degli indagati lavoravano proprio in quel penitenziario: agenti, medici, operatori e funzionari.
Un carcere, quello di Ivrea, che presenta problemi di vario genere. Per cominciare, la difficoltà a creare rapporti con l’esterno in merito a situazioni abitative e lavorative. Dentro, le condizioni sono forse anche peggio rispetto alle Vallette: le celle, infestate da scarafaggi, non garantiscono i 3 metri quadri calpestabili a persona, non hanno doccia né acqua calda. I detenuti cucinano in bagno: una postazione improvvisata vicino al water.
In bagno lavano anche i piatti. Tutto questo crea condizioni igieniche per nulla ottimali. Il garante regionale dei detenuti, Bruno Mellano, da parecchio tempo continua a segnalare alcuni danni del tetto che rendono diversi spazi non fruibili, soprattutto in caso di pioggia poiché l’acqua gocciola dentro. A Ivrea i giovani adulti non sono separati dagli altri e il numero di detenuti con problemi psichiatrici è aumentato esponenzialmente. Vi sono tossicodipendenti ma non c’è una sezione dedicata. In tanti desiderano trasferirsi in altre carceri: molti episodi di violenza nascono per questo.
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