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Economia & Territorio

Dall'auto al tessile, un semestre nero per il Piemonte

La produzione industriale piemontese cala dell'1,1% nel secondo trimestre 2024, l'impatto di Stellantis sull'indotto

Crollo della Produzione Industriale in Piemonte: L'Auto e il Tessile Affossano la Regione

Auto e tessile trascinano giù l'economia piemontese. I due settori più strategici, con le concentrazioni ovviamente su Torino per l'automotive - che patisce la situazione di Stellantis con gli stop alla produzione - e Biella per il tessile, stanno vivendo un momento difficile, che riflette però la situazione a livello nazionale. Vediamo l'analisi fatta da Unioncamere.



La produzione industriale in Piemonte ha subito un duro colpo nel secondo trimestre del 2024, registrando un calo dell'1,1%. Questo dato, fornito da Unioncamere nella sua periodica analisi congiunturale, evidenzia una situazione preoccupante per la regione, che si trova a fare i conti con una contrazione significativa nei suoi settori simbolo: i mezzi di trasporto e il tessile. In particolare, il comparto dei mezzi di trasporto ha subito una contrazione dell'8%, un dato che rappresenta una vera e propria zavorra per l'economia piemontese.



Il calo della produzione industriale in Piemonte si inserisce in un contesto di stagnazione anche a livello nazionale. Secondo i dati ISTAT, il fatturato dell'industria a luglio si stima in riduzione dello 0,4%, mentre sul trimestre maggio-luglio il calo è dell'1,9%. A livello nazionale, il PIL italiano nel secondo trimestre del 2024 è aumentato dello 0,2%, sostenuto dalla crescita del settore terziario, a fronte dei contributi negativi dell'agricoltura e dell'industria. Questo debole sviluppo è in linea con il risultato complessivo dell'Eurozona, che ha registrato un +0,3%.



"Questa flessione segnala difficoltà crescenti e diffuse nel comparto manifatturiero", ammette il presidente di Unioncamere, Gian Paolo Coscia. L'evidenza arriva anche scomponendo i dati per province: Torino, ancora molto dipendente dall'auto, ha registrato un calo dell'1,8%, mentre Biella ha subito un crollo del 4,9% a causa della crisi del tessile. In controtendenza, Cuneo ha mantenuto un andamento positivo (+2%) grazie ai buoni risultati delle industrie alimentari.



La flessione della produzione industriale si accompagna ai cali registrati dagli altri indicatori congiunturali. Gli ordinativi totali sono diminuiti dell'1,2% rispetto al trimestre aprile-giugno 2023, e il fatturato ha registrato una contrazione tendenziale dello 0,9%. In entrambi i casi, è la componente estera a scontare le flessioni di maggiore entità, con cali rispettivamente del 2,5% e dell'1,1% sul fronte degli ordinativi e del fatturato. La componente domestica ha registrato variazioni tendenziali del -0,4% e del -0,8%.

I PREZZI ALLA PRODUZIONE AUMENTANO ANCORA: IL GRAFICO

Nell'infografica di GEA, l'andamento dei prezzi alla produzione dell'industria in Italia. Secondo Istat, ad agosto 2024 crescono dello 0,7% rispetto al mese precedente e flettono dello 0,8% rispetto all'anno precedente (da -1,1% di luglio). Si tratta del quarto incremento congiunturale consecutivo, "sostenuto quasi totalmente dal rialzo dei prezzi della componente energetica (in particolare della fornitura di energia elettrica e gas) sul mercato interno; al netto di tale componente, i prezzi sono stazionari", commenta l'Istat. "L’ulteriore riduzione della flessione su base annua è ancora principalmente dovuta all’attenuarsi della dinamica tendenziale negativa dei prezzi del comparto energetico sul mercato interno. Su tale mercato, i prezzi dei beni intermedi registrano una flessione tendenziale (-1,5%) pressoché stazionaria sul valore di luglio (-1,4%) e la crescita dei prezzi dei beni strumentali e dei beni di consumo si conferma modesta (rispettivamente +0,1% e +0,3%, per entrambi come a luglio)".



A livello settoriale, il comparto della chimica/plastica ha registrato un incremento della produzione dell'1%, portando a quattro i trimestri consecutivi di crescita. Anche l'alimentare è tornato sul terreno positivo (+2,7%) dopo la battuta d'arresto dei primi tre mesi dell'anno. Tuttavia, i mezzi di trasporto (-8%) e il tessile e abbigliamento (-6,1%) hanno registrato le dinamiche peggiori. Anche le industrie meccaniche (-2,9%) e quelle dell'elettricità ed elettronica (-2,7%) hanno mostrato segni di difficoltà.



La situazione in Piemonte è particolarmente preoccupante se si considera che il grado di utilizzo degli impianti nel secondo trimestre del 2024 è stato pari al 62,7%, oltre 2 punti percentuali in meno rispetto all'analogo periodo del 2023. Secondo Unioncamere, questo dato indica una "capacità produttiva non pienamente sfruttata", segno di una domanda debole e di un'incertezza diffusa tra le imprese. Tanto più nell'automotive: Stellantis ha fermato Mirafiori proprio per via del calo degli ordinativi, con le ricadute ovvie sull'indotto.

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