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LA PROPOSTA
11 Novembre 2024 - 07:35
Carcere di Torino
Un tablet con accesso a internet, controllato e finalizzato alla riabilitazione dei detenuti. Questa è la proposta di riforma avanzata dalle Camere Penali Internazionali, che verrà presentata il 14 novembre durante l’incontro “Verso gli Stati Generali della Sicurezza 2025” alla Camera dei Deputati. Un'iniziativa che mira a estendere l'accesso alla rete come diritto umano fondamentale anche ai detenuti, considerandolo essenziale per il loro sviluppo culturale e professionale.
"L'idea è che, una volta entrato in carcere, al detenuto venga concesso un mezzo di comunicazione, come un tablet, che gli permetta di mantenere un legame con la società e di avviarsi sulla strada della riabilitazione", spiega l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere Penali del Diritto Europeo e Internazionale. Secondo Tirelli, il tablet diventa uno strumento per ricostruire un futuro al di fuori del crimine, promuovendo la formazione e l'auto-miglioramento, a prescindere dalla condanna.
L'accesso a internet, però, non sarà illimitato. I contenuti saranno monitorati e approvati dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria per garantire che siano strettamente legati alla formazione professionale, all’apprendimento di lingue e all'accesso a materiali educativi. "Il tablet non servirà per i social media o per navigare su TikTok, ma sarà un mezzo per studiare, migliorarsi e crescere professionalmente", precisa Tirelli. L’obiettivo è creare un ambiente di apprendimento che favorisca la risocializzazione e il reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro.
Una parte cruciale della proposta riguarda la creazione di un sistema di riduzione della pena legato ai progressi educativi. I detenuti che dimostrano impegno nei programmi formativi e di riabilitazione potrebbero beneficiare di una riduzione della pena. Tuttavia, coloro che si trovano in regime di alta sicurezza saranno esclusi da questa opportunità.
Secondo le Camere Penali Internazionali, questa proposta rappresenta un passo importante verso un sistema penale più umano e inclusivo. L’intento è quello di ridurre la recidiva e favorire il reinserimento lavorativo dei detenuti, garantendo loro una maggiore autonomia e il rispetto dei diritti umani, elementi fondamentali per il loro processo di recupero. Un'iniziativa che, se adottata, potrebbe segnare una vera e propria rivoluzione nel trattamento dei detenuti, passando da una concezione punitiva a una di riabilitazione e reinserimento nella società.
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