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La battaglia per l'eredità

Eredità Agnelli, la procura sequestra le società di John Elkann?

Nel mirino la Dicembre, la cassaforte fondata dall'Avvocato che permette il controllo di Stellantis e tutto l'impero

Eredità Agnelli, la procura sequestra le società di John Elkann?

Dopo i 74,8 milioni di euro, anche le società sequestrate dalla Procura? È uno scenario inquietante, per John Elkann, quello che potrebbe profilarsi nell'inchiesta giudiziaria che lo vede indagato - con i fratelli - per evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato. È un atto clamoroso in una partita che ruota attorno all'eredità dell'Avvocato Agnelli e al controllo della società Dicembre.

La Dicembre, società semplice creata nel 1984 da Gianni Agnelli con i suoi consulenti storici, Gianluigi Gabetti e Grande Stevens, è la cassaforte che consente il controllo della Giovanni Agnelli BV - basata in Olanda, di cui fanno parte i 100 discendenti degli Agnelli viventi, ma di fatto controllata dal solo John Elkann - e a cascata della holding Exor che a sua volta controlla Stellantis, Ferrari, il gruppo Gedi e tutto l'impero - valutato 33 miliardi di euro - della ex Fiat. Al momento, il controllo è nelle mani di John Elkann con poco più del 60% delle quote, il restante diviso in parti uguali fra Lapo e Ginevra.

La battaglia che conduce da anni Margherita Agnelli, figlia di Gianni e madre di John, Lapo e Ginevra Elkann, non mira soltanto al cosiddetto tesoro segreto dell'Avvocato, ma anche al controllo di questa società da cui, lei stessa, scelse di uscire a suo tempo, con il famoso patto successorio con cui rinunciava a gran parte dell'eredità paterna in cambio di un miliardo e 300 milioni di euro. Patto successorio che la giudice Nicoletta Aloj, della sezione civile del Tribunale, ha chiesto di acquisire agli atti del procedimento in corso.

Ma nel procedimento gli avvocati di Margherita sono riusciti a far acquisire anche gli atti dell'inchiesta penale, che verte sulla residenza elvetica di Donna Marella Agnelli, vedova dell'Avvocato, che non sarebbe stata reale: una serie di artifizi, secondo Margherita e la procura, sarebbero stati messi in atto per simulare la residenza svizzera e dunque far ricadere nel diritto elvetico il testamento - con cui tutto passa agli Elkann - e le donazioni in vita, compresi un centinaio di milioni di euro depositati presso la banca Pictet e le quote della Dicembre, passate agli Elkann senza che, annota la procura, vi sia traccia di un pagamento da parte dei nipoti.

Ora, secondo quanto riporta lo Spiffero, dopo aver già sequestrato agli indagati 74,8 milioni di euro - anche se il legal team di John Elkann aveva detto che la questione "è superata" grazie a una garanzia azionaria - potrebbe valutare il sequestro cautelativo delle quote della Dicembre. In attesa di chiarire la regolarità o meno dei vari passaggi. Ma, a quel punto, che cosa potrebbe succedere?

Secondo Lo Spiffero "qualora a ricadere nell’asse ereditario di Marella finisse solo il 12,69%, quello donato al primogenito John, con atto del notaio Ettore Morone del 24 febbraio 2003, su cui gravano forti sospetti di irregolarità, il nipote prediletto dell’Avvocato vedrebbe ridursi la quota al 47,31%, i due fratelli manterrebbero il loro 20% ma si troverebbero a fare i conti con la madre (con in mano quel 12,69%). Ben peggiore la prospettiva per John se, a seguito della dichiarata nullità degli accordi e dei patti successori, sua madre Margherita, a quel punto unica e legittima erede di Marella ereditasse il 53,98 della Dicembre: con il 46,02% delle quote nel portafoglio e con i due fratelli fuorigioco si troverebbe socio di minoranza e, di fatto, detronizzato".

A quel punto, cosa succederebbe a Stellantis - per la quale domani c'è un appuntamento cruciale al Tavolo per l'Automotive, al Mimit - e alle altre società? Escluso che Margherita pensi di controllare in prima persona il tutto, appare inverosimile il rientro di suo marito Serge de Pahlen, che fu vicepresidente di Fiat Russia poi "licenziato" proprio dal figliastro e Sergio Marchionne. Più probabile l'arrivo di Pietro, il secondo dei suoi cinque figli di secondo letto, al momento attivo nel campo real estate e negli investimenti fra la Russia di Putin - dove risiede - e alcuni paradisi fiscali. 

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