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LA STORIA

Gina, il cane che ha scelto di vivere in carcere

La meticcia è scappata due volte da casa per tornare nel penitenziario

Gina, il cane che ha scelto di vivere in carcere

Gina non è un cane come tanti. È una cagnolina che, armata di coraggio e determinazione, ha deciso di intraprendere un viaggio che nessuno si sarebbe mai aspettato. Dopo essere scappata dalla sua casa

Gina non è un cane come tanti. È una cagnolina che, armata di coraggio e determinazione, ha deciso di intraprendere un viaggio che nessuno si sarebbe mai aspettato. Dopo essere scappata dalla sua casa, percorrendo chilometri a piedi tra pericoli e sfinimento, Gina arriva là dove meno te lo aspetti: nel carcere di alta sicurezza di Asti

La storia di Gina inizia come tante altre: un cane che scappa. Ma la sua non è una fuga qualsiasi. Gina, un meticcio biondo poco più grande di un bassotto, si allontana da casa e per giorni vagabonda lungo la statale tra Asti e Alessandria. Le segnalazioni su di lei si moltiplicano sui social, la paura è che venga investita da un'auto. Un cane randagio, fragile e indifeso, eppure la piccola Gina ha più grinta di quanto tutti immaginino.

Dopo giorni di vagabondaggio, Gina prende una decisione che sembra uscita direttamente da una favola: si infila tra le sbarre del cancello del carcere di Asti. E lì, al posto di essere scacciata, trova la sua sicurezza. Non è un luogo qualunque: il carcere di Asti ospita un nucleo specializzato che addestra cani antidroga per le forze dell'ordine. 

Il giorno dopo, la direttrice del carcere, Giuseppina Piscioneri, guarda il cane e dice: «È il cane dei social». Detenuti, agenti della polizia penitenziaria, volontari. Tutti si innamorano della cagnolina, che diventa subito un po' la mascotte del posto. Resta la parte burocratica e il microchip c'è. La sua proprietaria viene rintracciata e, con una stretta al cuore, Gina deve lasciare il carcere e tornare a casa. Ma il vuoto che lascia è palpabile. Chiunque l’aveva conosciuta, anche solo per un momento, sente la sua mancanza. I detenuti parlano di lei con nostalgia. «Manca davvero tanto» raccontano. 

Poi, il colpo di scena: Gina scappa di nuovo. E non è più un cane randagio qualsiasi. È il cane che ha scelto il carcere, ed è lì che vuole tornare. Dopo aver oltrepassato il confine astigiano, arriva in un’azienda alessandrina. Ma quando gli agenti, liberi dal servizio, si presentano per cercarla, Gina non c'è più. Il dispiacere è forte, ma il miracolo accade proprio sotto Natale: Gina, magrissima, con le zampe doloranti e la pancia vuota, fa di nuovo la sua apparizione davanti alla porta del penitenziario. Quando Gina rientra nel carcere di Asti, il mondo intorno a lei esplode di felicità. Giuseppina Piscioneri, la direttrice, non nasconde l'emozione: «È stato il nostro dono di Natale» dice, commentando con un sorriso quella che sembra una fiaba ma che è tutta realtà. Gina è tornata, più di prima, amata da tutti, dai detenuti agli agenti, come una piccola luce che ha trasformato il carcere in un posto migliore.

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