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Dietro le quinte
31 Gennaio 2025 - 12:50
Suona come un logico consiglio all'Europa, se non addirittura una minaccia: inutile contrastare la Cina e le sue auto elettriche, è una politica perdente, anzi un "suicidio assistito". Molto meglio allearsi. Se non fosse che a dirlo è qualcuno che lavora proprio per i cinesi, ma è anche uno dei manager che meglio conoscono il mercato europeo e più capiscono di auto: Alfredo Altavilla, ex Fiat, ora BYD. "Alleato", fuori tempo massimo, dell'ex ceo Stellantis Carlos Tavares.
Alfredo Altavilla è uno dei "figli" di Sergio Marchionne che la ex Fiat, ora in Stellantis, ha visto migrare su altre sponde: da Luca De Meo divenuto ceo di Renault a lui stesso che è special advisor per l'Europa del colosso BYD (che a febbraio presenterà in Italia, a Torino, il suo suv Atto2). Il manager ha detto che il cosiddetto Green Deal europeo va verso "una sorta di suicidio assistito, è molto più saggio lavorare insieme ai fabbricanti asiatici". Insieme non solo sull'elettrico, ma in particolare sull'auto a guida autonoma, nella quale "la Cina è decenni più avanti".
Il discorso, in una intervista resa al Corriere della Sera, verte sul mercato, che al momento vede le auto cinesi (più economiche) conquistare quote sempre maggiori, a discapito dell'auto europea, con tutti i grandi costruttori in difficoltà. "Andare contro il mercato si è perdenti per definizione - ha detto Altavilla -. Se il nemico non possiamo batterlo è meglio allearsi con lui".
Un monito non tanto diverso dalle parole di Carlos Tavares, quando era ceo di Stellantis, nel momento della presentazione dei modelli del partner cinese Leapmotor: "Meglio salire sul loro treno quando siamo in tempo" aveva detto, riferendosi all'apparente paradosso di accusare l'Europa di favorire i costruttori cinesi, ma alleandosi con loro. Tavares, peraltro, si sta rivelando una Cassandra anche su altri temi. Per esempio, la recente notizia che l'Europa starebbe valutando forme di aiuto, o incentivi, generalizzate per tutti i costruttori europei: quello che lui chiedeva a gran voce, anziché ridefinire le scadenze in termini di transizione energetica.
Viene da chiedersi, osservando queste manovre, se Carlos Tavares - nel caso non gli bastasse diventare investitore nella compagnia aerea di bandiera del Portogallo, come annunciato - non stia per rientrare nel mondo automotive. Rumor insistenti lo accostano di volta in volta al colosso che nascerà dalla fusione Honda-Nissan o a Gruppi cinesi intenti a potenziare la strategia europea.
L'Europa, intanto, sta definendo l'agenda per gli incontri strategici sul futuro dell'auto: nella giornata di ieri la presidente Ursula von der Leyen ha incontrato, per un primo approccio, i rappresentanti dell'Acea e dei principali costruttori europei. Assente, nominalmente Stellantis, che si è fatta rappresentare dall'Acea stessa, a causa dell'impossibilità di John Elkann - che di fatto svolge le funzioni di amministratore delegato, al momento - di essere presente. Il presidente di Stellantis, comunque, aveva già telefonato alla presidente von der Leyen per confermare la disponibilità del Gruppo ad analizzare le strategie del settore: in primis, gli aiuti - incentivi o altre formule - ai costruttori, lo spostamento delle deadline sia per emissioni di CO2 sia per il bando del motore endotermico.
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