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Società & giovani
01 Agosto 2025 - 21:25
Immagine di repertorio
Con la chiusura dell’anno accademico, molti studenti universitari lasciano Torino per rientrare nei propri comuni di origine. Tuttavia, una parte consistente di fuorisede resta in città durante i mesi estivi. Si tratta di studenti impegnati in tirocini, contratti di lavoro stagionali, esami di settembre o semplicemente impossibilitati a tornare a casa per motivi economici o familiari. Questa presenza, tutt’altro che marginale, si scontra con un’offerta di servizi pubblici e universitari che si riduce sensibilmente nei mesi di luglio e agosto.
Le biblioteche universitarie e civiche diminuiscono gli orari di apertura o restano chiuse per settimane, riducendo gli spazi accessibili per chi ha bisogno di ambienti adeguati allo studio. Le mense dell’EDISU, in parte o del tutto chiuse, costringono gli studenti a sostenere maggiori spese alimentari. Anche i trasporti pubblici, con le consuete riduzioni estive, diventano meno frequenti e meno efficienti, incidendo sulla mobilità degli studenti rimasti in città.
Il quadro si complica per chi abita fuori dal centro o in zone con collegamenti meno capillari. In assenza di eventi e iniziative pensate specificamente per chi vive Torino nei mesi estivi, l’offerta culturale e ricreativa si concentra su proposte a pagamento o in orari serali, non sempre compatibili con chi lavora o ha orari di studio flessibili. A questo si aggiunge il costo degli affitti, che resta invariato anche in assenza delle attività universitarie.
Alcune associazioni studentesche propongono da tempo un adeguamento estivo dei servizi, come l’apertura di almeno una biblioteca universitaria per ciascun polo, il mantenimento di una mensa attiva per area geografica, e l’organizzazione di attività gratuite nei campus. Ad oggi, tali proposte non hanno avuto un riscontro sistematico da parte delle istituzioni accademiche o comunali.
Il fenomeno della permanenza estiva dei fuorisede rappresenta una costante nella vita universitaria cittadina. La sua gestione, tuttavia, appare ancora frammentaria e poco strutturata, lasciando a carico dei singoli studenti l’onere di organizzare il proprio tempo e le proprie risorse in un contesto urbano meno accessibile.
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