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Sanità

Ricostruire la funzione erettile a partire dalla coscia: il primo caso alle Molinette

La tecnica, "prima mondiale", è stata durante il congresso Esgurs 2025, che ha riunito oltre 350 esperti mondiali,

Il professor Paolo Gontero

Un traguardo epocale nella chirurgia ricostruttiva urologica è stato raggiunto all’ospedale Molinette di Torino. Per la prima volta al mondo, un’équipe medica ha eseguito con successo un intervento che permette il recupero dell’erezione naturale in uomini colpiti da disfunzione erettile irreversibile dopo l’asportazione della prostata per tumore.

L’operazione, presentata in live surgery oggi durante il congresso ESGURS 2025 tenutosi proprio nel capoluogo piemontese, prevede un collegamento innovativo tra un nervo del muscolo gracile della coscia e le fibre nervose autonomiche dei corpi cavernosi del pene, responsabili dell’erezione. 

La tecnica, messa a punto dalla Clinica Urologica Universitaria delle Molinette, rappresenta una svolta per i pazienti nei quali l’intervento di rimozione del tumore ha reso impossibile la preservazione dei nervi erettili. In questi casi, l’uso di farmaci orali o perfino delle protesi peniene spesso non basta a restituire una normale attività sessuale. Un grosso disagio cui si trovano a divere fare fronte tanti uomini sopravvissuti al cancro alla prostata: nel 2024 40mila nuovi casi, 485mila invece gli uomini che convivono con questa diagnosi in Italia, secondo l'ultimo rapporto Aiom-Artum, diffuso dall'Airc a fine luglio scorso.

«Questa nuova tecnica chirurgica permette in molti casi di riattivare il meccanismo naturale dell’erezione, offrendo una prospettiva completamente diversa rispetto alla protesi, che garantisce erezioni meccaniche, ma non fisiologiche», spiega il professor Paolo Gontero, direttore della Clinica.

Al centro di questa rivoluzione non c’è solo la funzione biologica, ma l’impatto psicologico e relazionale: il recupero dell’erezione spontanea contribuisce a migliorare l’autostima, l’intimità di coppia e la percezione della propria mascolinità. «Molti pazienti ci dicono che la differenza tra una protesi e un’erezione naturale è profonda, non solo fisica. Si riflette sulla loro identità e sul rapporto con la partner», aggiunge Gontero.

Secondo i dati raccolti dal team torinese, oltre il 65% dei pazienti ha ripreso erezioni spontanee efficaci, con un miglioramento fino all’80% in termini di risposta sessuale. Si tratta di risultati mai raggiunti prima con i protocolli riabilitativi tradizionali. «Non parliamo di un trattamento sperimentale una tantum, ma di una procedura chirurgica riproducibile, basata su evidenze precliniche solide e su un’attenta selezione dei pazienti», sottolinea il dottor Marco Falcone, responsabile del progetto.

Torino capitale della chirurgia urologica

La presentazione internazionale dell’intervento durante il congresso Esgurs 2025, che ha riunito oltre 350 esperti mondiali, conferma Torino come uno dei poli europei di eccellenza in urologia ricostruttiva.
La scelta della città per questa “prima mondiale” rappresenta un riconoscimento della scuola urologica italiana, da tempo ai vertici per innovazione e qualità clinica.

Se i risultati saranno confermati da studi su larga scala, la tecnica potrebbe rivoluzionare la riabilitazione sessuale nei pazienti post-prostatectomia, aprendo la strada a una nuova era della medicina ricostruttiva: dove alla sopravvivenza si affianca la piena qualità della vita.

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