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La guerra per l'Eredità

Agnelli, segreti & morte

Le rivelazioni shock , la tragica fine di Edoardo: "Ora riesumate il suo corpo"

Agnelli, segreti & morte

E adesso riesumate il corpo di Edoardo Agnelli: dopo aver esumato i segreti, le carte dimenticate, anche forse i “magheggi” per l’eredità di Gianni Agnelli, passate al corpo del suo sfortunato figlio che, a quanto scopriamo, era l’erede designato. Lo chiede l’amico di sempre di Edoardo, ossia Marco Bava che, fin dal quel 15 novembre 2000, non ha mai smesso di ribadire la sua verità: «Edoardo non può essersi suicidato».

Il pensiero di Bava si accompagna, adesso, alle ultime rivelazioni, compresa quella bozza per la cessione delle quote della Dicembre già pronta, da firmare, con la data del 14 novembre 2000. Il giorno dopo, Edoardo veniva trovato privo di vita al di sotto del viadotto di Fossano.

Vi avevamo raccontato, nei mesi scorsi, dei due esposti presentati in Procura da Bava, per sostenere la tesi omicidiaria. Adesso, di fronte alle ultime rivelazioni, ha presentato un nuovo esposto al ministro della Giustizia Carlo Nordio, lamentando che la Procura Generale di Torino non abbia avocato a sé l’indagine archiviata come suicidio della Procura di Mondovì. Bava dice che si basa «sull’ipotesi che l’omicidio di Edoardo presso la sua abitazione in Torino, si fonda sulla incompatibilità delle lesioni da una caduta da 90 metri, rilevate non dall’autopsia ma su rilievi sommari, e che invece sarebbero compatibili con una caduta dal muretto di casa alto circa 5 metri. Rilievo che avrebbe dovuto perlomeno far sorgere qualche dubbio al questore di Torino Nicola Cavaliere, che invece, nonostante formalmente incompetente per territorio, avvallò fin dall’inizio l’ipotesi del suicidio senza risultino indagini su quella dell’omicidio sul suo territorio».

Sulla morte di Edoardo non c’è autopsia: il medico legale fece una ricognizione del cadavere stabilendo la compatibilità delle ferite con la caduta dal viadotto: ferite terribili, con fuoriuscita di materia cerebrale dal cranio, fratture. La Fiat Croma di Edoardo fu registrata dalle telecamere in ingresso al casello, risulterebbe una sola persona alla guida. Ma perché il suicidio? Ed Edoardo sapeva di queste disposizioni del padre?

Secondo Bava no, ma dice anche che, l’ultima volta che si erano sentiti, gli aveva confidato «che dovevamo parlare della Dicembre». Anche in una delle lettere che Edoardo Agnelli mandava spesso al padre si fa riferimento a questo: «Dobbiamo parlare della Dicembre». Possibile che il figlio ribelle volesse accettare davvero il ruolo di erede? In una intervista, anni prima aveva dichiarato: «Ho un terzo delle quote di Fiat, non sarà facile farmi fuori».

Per Gianni Agnelli quel figlio interessato alla filosofia e non all’economia, all’ambiente e non all’industria, convertito all’Islam - dicono, ma il giorno della morte aveva un rosario buddista -, alle droghe, gli mostrava «la stessa follia di mio fratello Giorgio», morto suicida lanciandosi da un balcone di una clinica in Svizzera.

Si era ipotizzato, tempo fa, che potesse essere Margherita a chiedere la riesumazione del corpo del fratello, ma quello è un atto che non è mai arrivato. Resta piuttosto qualche dubbio investigativo: perché non esiste un testamento definitivo di Agnelli, dal momento che in quello reso noto alla sua morte si fa ancora riferimento a Edoardo, morto tre anni prima? Questi documenti possono avere un peso nella ridistribuzione del potere in seno alla società Dicembre che consente il controllo dell’impero Agnelli ora Elkann?

Gli Elkann parlano di clamore mediatico e promettono di difendere la memoria di Gianni e Marella; i grandi depositari dei segreti dell’Avvocato, Gabetti e Grande Stevens, se ne sono andati. Restano le ombre di una dinastia alle prese con una guerra intestina più feroce di quanto si possa pensare.

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