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Legittima difesa o omicidio?

Uccise due rapinatori, il gioielliere di Grinzane in aula a Torino, ma ricusa i giudici. Ecco perché

Iniziato il dibattimento. La Procura chiede la condanna a 17 anni: "Non fu legittima difesa ma vendetta"

nel silenzio del palazzo di giustizia: il caso Roggero torna al vaglio dei giudici

Torna davanti ai giudici, a Torino, oggi 12 novembre, Mario Roggero, il gioielliere di Gallo Grinzane, 71 anni, condannato in primo grado a 17 anni dal Tribunale di Asti per l’uccisione di due rapinatori e il ferimento di un terzo. Il processo in Corte d'Appello non ora è un semplice snodo giudiziario: è un passaggio che interroga coscienze, diritto e percezione pubblica della sicurezza. Che cosa è legittima difesa e dove comincia l’eccesso? Quanto conta la paura in quei secondi che cambiano una vita? Ma sulle risposte grava la mossa della difesa del gioielliere, che ha chiesto la ricusazione dei giudici, parlando di "colpevolezza già stabilita". 



L’udienza di oggi
L’udienza di appello si sarebbe dovuta aprire il 22 ottobre, ma un malore accusato da Roggero nella notte precedente al suo ingresso in aula aveva imposto il rinvio. Oggi, nel pieno del Palazzo di giustizia torinese Bruno Caccia, l’imputato ha la possibilità di rendere dichiarazioni spontanee davanti alla giudice Cristina Domaneschi, ripercorrendo i momenti del 28 aprile del 2021, quando – tra le vetrine del suo negozio e il rumore sordo della paura – la rapina si trasformò in tragedia. Sono parole attese, quelle di Roggero: non solo per riannodare i fili della cronaca, ma per provare a illuminare le zone d’ombra di una vicenda che ha diviso opinione pubblica e addetti ai lavori.



La condanna di primo grado
La condanna a 17 anni inflitta dal Tribunale di Asti – superiore alla richiesta di 14 anni formulata in quella sede – ha già dato la misura della severità del primo giudizio. Quel delta tra richiesta e pena decisa segnala un’interpretazione particolarmente rigorosa dei fatti e del quadro probatorio. In appello, la difesa prova a ridisegnare la mappa: ricostruzioni, tempi, distanze, la percezione del pericolo, la dinamica del ferimento del terzo rapinatore e, soprattutto, lo spazio giuridico entro cui valutare le scelte compiute dal gioielliere. È in questa cornice che l’udienza acquista spessore, tra atti, verbali e la voce dell’imputato.

Cosa accadde quel giorno
Gallo Grinzane, 28 aprile 2021. Due rapinatori (il terzo fa da "palo" vicino a una Ford da usare per fuga) entrano come normali clienti nella gioiellieria di Mario Orefice. Estraggono le pistole e immobilizzano con delle fascette di plastica la figlia del gioielliere, poi tengono sotto tiro anche la moglie. Si scoprirà poi che non sono rapinatori professionisti, fra loro c'è chi ha perso il lavoro e si è dato al crimine.

Mario Roggero, nel retro, vede quanto accade dalle telecamere di sorveglianza, afferra la pistola che tiene nel cassetto della scrivania e affronta i banditi. I quali, decidono di fuggire. Ma Roggero li insegue, fa fuoco: spara quattro volte e colpisce i banditi. Un video delle telecamere lungo la strada mostra Roggero che spara all'ultimo dei banditi mentre è già a terra

Muoiono Giuseppe Mazzarino, 68 anni, di Torino, e Andrea Spinelli, 44 anni, di Bra. Il terzo fuggitivo, Alessandro Modica, 34 anni, di Alba, sopravvive. Le loro pistole erano delle scacciacani.


La ricusazione dei giudici: decide la Cassazione
L’udienza odierna non si è interrotta nemmeno quando sul tavolo è approdata la richiesta di ricusare i giudici d’appello di Torino. La difesa – composta dall’avvocato Stefano Marcolini e dall’analista processuale Sergio Novani – ha depositato ricorso nei giorni scorsi, sostenendo che in un precedente provvedimento di sequestro gli stessi giudici avrebbero formulato osservazioni tali da “anticipare” la colpevolezza dell’imputato.

È un passaggio tecnico ma non marginale: la ricusazione è l’istituto con cui si contesta l’imparzialità del giudice, e il suo accoglimento, in casi estremi, può cambiare il collegio chiamato a giudicare. A dirimere questo nodo sarà la Corte di Cassazione, cui spetta pronunciarsi il 2 dicembre. Fino ad allora, l’appello prosegue, ma con quell’ombra processuale sullo sfondo: una cornice di incertezza che impone cautela a tutti gli attori in campo.

+++ aggiornamento ore 13.50 +++

La Procura: non fu legittima difesa ma vendetta
In aula, oggi, Roggero ha poi precisato che le sue dichiarazioni spontanee arriveranno in seguito, dopo aver ascoltato le altre parti. A cominciare dal pm Davide Greco, dopo che in aula è stato proiettato il filmato della rapina: “Nel video non si vede alcuna legittima difesa, sma una illegittima vendetta. Roggero si è trasformato in giudice e carnefice. Spinelli è stato colpito a terra, preso a calci”. Il pm ha quindi chiesto di confermare la condanna a 17 anni.

Lo scorso anno a Roggero sono stati sequestrati beni per un milione di euro, al netto dei 300mila euro già versati come risarcimento in udienza preliminare. Un quadro irrigidito anche dal provvedimento del Tribunale del riesame di Torino, che ha imposto all’imputato il divieto di espatrio: secondo i giudici stava pianificando una fuga in Tunisia, dopo l’apertura di un conto corrente – poi sequestrato – sul quale aveva trasferito 50mila euro




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