l'editoriale
Cerca
Legittima difesa o omicidio?
12 Novembre 2025 - 14:10
Torna davanti ai giudici, a Torino, oggi 12 novembre, Mario Roggero, il gioielliere di Gallo Grinzane, 71 anni, condannato in primo grado a 17 anni dal Tribunale di Asti per l’uccisione di due rapinatori e il ferimento di un terzo. Il processo in Corte d'Appello non ora è un semplice snodo giudiziario: è un passaggio che interroga coscienze, diritto e percezione pubblica della sicurezza. Che cosa è legittima difesa e dove comincia l’eccesso? Quanto conta la paura in quei secondi che cambiano una vita? Ma sulle risposte grava la mossa della difesa del gioielliere, che ha chiesto la ricusazione dei giudici, parlando di "colpevolezza già stabilita".
La condanna di primo grado
La condanna a 17 anni inflitta dal Tribunale di Asti – superiore alla richiesta di 14 anni formulata in quella sede – ha già dato la misura della severità del primo giudizio. Quel delta tra richiesta e pena decisa segnala un’interpretazione particolarmente rigorosa dei fatti e del quadro probatorio. In appello, la difesa prova a ridisegnare la mappa: ricostruzioni, tempi, distanze, la percezione del pericolo, la dinamica del ferimento del terzo rapinatore e, soprattutto, lo spazio giuridico entro cui valutare le scelte compiute dal gioielliere. È in questa cornice che l’udienza acquista spessore, tra atti, verbali e la voce dell’imputato.
Cosa accadde quel giorno
Gallo Grinzane, 28 aprile 2021. Due rapinatori (il terzo fa da "palo" vicino a una Ford da usare per fuga) entrano come normali clienti nella gioiellieria di Mario Orefice. Estraggono le pistole e immobilizzano con delle fascette di plastica la figlia del gioielliere, poi tengono sotto tiro anche la moglie. Si scoprirà poi che non sono rapinatori professionisti, fra loro c'è chi ha perso il lavoro e si è dato al crimine.
Mario Roggero, nel retro, vede quanto accade dalle telecamere di sorveglianza, afferra la pistola che tiene nel cassetto della scrivania e affronta i banditi. I quali, decidono di fuggire. Ma Roggero li insegue, fa fuoco: spara quattro volte e colpisce i banditi. Un video delle telecamere lungo la strada mostra Roggero che spara all'ultimo dei banditi mentre è già a terra.
Muoiono Giuseppe Mazzarino, 68 anni, di Torino, e Andrea Spinelli, 44 anni, di Bra. Il terzo fuggitivo, Alessandro Modica, 34 anni, di Alba, sopravvive. Le loro pistole erano delle scacciacani.
La ricusazione dei giudici: decide la Cassazione
L’udienza odierna non si è interrotta nemmeno quando sul tavolo è approdata la richiesta di ricusare i giudici d’appello di Torino. La difesa – composta dall’avvocato Stefano Marcolini e dall’analista processuale Sergio Novani – ha depositato ricorso nei giorni scorsi, sostenendo che in un precedente provvedimento di sequestro gli stessi giudici avrebbero formulato osservazioni tali da “anticipare” la colpevolezza dell’imputato.
È un passaggio tecnico ma non marginale: la ricusazione è l’istituto con cui si contesta l’imparzialità del giudice, e il suo accoglimento, in casi estremi, può cambiare il collegio chiamato a giudicare. A dirimere questo nodo sarà la Corte di Cassazione, cui spetta pronunciarsi il 2 dicembre. Fino ad allora, l’appello prosegue, ma con quell’ombra processuale sullo sfondo: una cornice di incertezza che impone cautela a tutti gli attori in campo.
+++ aggiornamento ore 13.50 +++
La Procura: non fu legittima difesa ma vendetta
In aula, oggi, Roggero ha poi precisato che le sue dichiarazioni spontanee arriveranno in seguito, dopo aver ascoltato le altre parti. A cominciare dal pm Davide Greco, dopo che in aula è stato proiettato il filmato della rapina: “Nel video non si vede alcuna legittima difesa, sma una illegittima vendetta. Roggero si è trasformato in giudice e carnefice. Spinelli è stato colpito a terra, preso a calci”. Il pm ha quindi chiesto di confermare la condanna a 17 anni.
Lo scorso anno a Roggero sono stati sequestrati beni per un milione di euro, al netto dei 300mila euro già versati come risarcimento in udienza preliminare. Un quadro irrigidito anche dal provvedimento del Tribunale del riesame di Torino, che ha imposto all’imputato il divieto di espatrio: secondo i giudici stava pianificando una fuga in Tunisia, dopo l’apertura di un conto corrente – poi sequestrato – sul quale aveva trasferito 50mila euro
L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..