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Il caso
19 Novembre 2025 - 13:35
Una cabina telefonica a Torino
Torino rischia di perdere le sue ultime cabine telefoniche Telecom: 120 installazioni verranno rimosse tra dicembre 2025 e luglio 2026 nell’ambito di un piano nazionale. Una scelta tecnica che, però, ha riaperto il dibattito sul valore di questi elementi storici dell’arredo urbano.
A chiedere di fermarsi prima che sia troppo tardi è Grazia Poggio Sartori, consigliera della Circoscrizione 1. Sartori ricorda che nel 2024 il Consiglio aveva approvato all’unanimità una sua proposta mai realizzata: trasformare una cabina in un “Telefono del Vento”, luogo simbolico in cui fermarsi per un dialogo immaginario con i propri cari scomparsi. “Dopo l’esperienza positiva dei chioschi storici, trovo incomprensibile che Torino non stia facendo nulla per evitare la demolizione delle cabine”, afferma. “Parliamo di pezzi della nostra storia urbana che rischiano di sparire senza nemmeno tentare un percorso di valorizzazione”.
L’idea del “Telefono del Vento”, nata in Giappone dopo il terremoto del 2010, è ormai diffusa a livello internazionale e presente in Italia a Barone Canavese e Capannoli. “Dimostra che un oggetto apparentemente obsoleto può diventare un presidio di benessere mentale e di legame sociale”, sottolinea Sartori.
Secondo la consigliera, le cabine non dovrebbero essere eliminate senza una riflessione più ampia: potrebbero diventare micro-spazi culturali, artistici o sociali, e la Circoscrizione 1 avrebbe già mosso i primi passi in questa direzione. Ma il rischio, avverte, è che tutto si fermi: “L’inerzia istituzionale rischia di tradursi in una demolizione di massa. Sarebbe un grave errore”.
Per evitare che le strutture vengano rimosse senza alternative, Sartori propone alla Città di avviare un concorso di idee aperto a scuole, associazioni, progettisti e cittadini, così da immaginare nuovi utilizzi prima che le cabine vengano definitivamente smantellate.
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