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Sanità

Nuovo piano sociosanitario: il Consiglio delle Autonomie Locali approva, ma critiche le opposizioni, Avs: "E' un temino delle medie"

Approvato dal Cal, il Piano sociosanitario 2025-2030 promette investimenti su ospedali, medicina territoriale e Cup con intelligenza artificiale; l'opposizione accusa vaghezza su obiettivi, tempi e risorse

Approvato il piano Socio-Sanitario, Riboldi: "La sanità o è universale, o non è"

L'assessore Maurizio Marrone e l'assessore Federico Riboldi

L’Assemblea del Consiglio delle Autonomie Locali (Cal), organo di consultazione tra Regione e enti locali, ha espresso oggi parere favorevole all’unanimità dei votanti sulla proposta di deliberazione 126, relativa all’adozione del Piano sociosanitario regionale 2025-2030. Il documento di programmazione della Sanità piemontese, atteso da anni in Regione e le cui audizioni in commissione sono partite dallo scorso ottobre.

A illustrare il provvedimento è stato l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, che ha definito il Piano “la carta d’identità del futuro sanitario e sociale della Regione, in un contesto di grandi cambiamenti della società e della sanità”.

Tra i punti principali, Riboldi ha evidenziato:

  • la riduzione delle liste d’attesa;

  • la riorganizzazione della medicina territoriale;

  • l’avvio del corpo logistico sanitario piemontese;

  • l’istituzione della figura del responsabile operativo degli ambienti sanitari.

Tavoli dedicati a patologie specifiche, riorganizzazione della spesa sanitaria produttiva, un nuovo settore per la salute mentale e le dipendenze, e l’ingresso del Cup integrato con intelligenza artificiale a pieno regime nel 2026, questi alcuni dei punti salienti del Piano. Un programma a cui si affianca l’enorme investimento sull’edilizia sanitaria, con 11 nuovi ospedali (di cui 7 finanziati grazie all'intesa da 2 miliardi con Inail), 4 rigenerazioni e ampliamenti, 91 case di comunità, 30 ospedali di comunità e 49 centrali operative territoriali.

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Le critiche dell’opposizione: "Liste d'attesa caccapupù"

Dalla minoranza, però, che già ha contestato in diverse occasioni in Piano, non si placano le critiche. Le consigliere regionali di Avs Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro sottolineano come il Piano non dia risposte concrete alle esigenze di cittadini e operatori: “Interi capitoli strategici sono trattati in modo superficiale, mentre sull’edilizia sanitaria si entra nel dettaglio. Il vero nodo è garantire cure accessibili, tempestive e di qualità, non solo costruire nuovi ospedali”. E lo fanno con un pungente video su Instagram: "E' un temino delle medie" "Si poteva studiare di più", e ancora "Liste d'attesa caccapupù".

I dati che preoccupano l’opposizione sono significativi: nel 2024, 400.000 persone in Piemonte (il 9,2%) hanno rinunciato alle cure; il finanziamento sanitario nazionale è sceso dal 6,8% del PIL nel 2022 al 6,1% nel 2025, con una previsione ulteriore al 5,9% nel 2027; e cresce parallelamente il ricorso alla sanità privata, con 41,3 miliardi di euro spesi nel 2024.

Le consigliere attaccano anche la gestione regionale: “La Giunta Cirio, al governo del Piemonte da sei anni, ha peggiorato la qualità del servizio sanitario e allungato le liste d’attesa. Il Piano socio-sanitario 2025-2030 appare un documento vuoto: mancano fabbisogni, obiettivi, tempistiche e indicatori di risultato”.

Nonostante le critiche, le esponenti dell’opposizione assicurano: “Non ci limiteremo a contestare. Stiamo ascoltando sindacati, associazioni, pazienti e operatori socio-sanitari, e siamo pronte a fare la nostra parte perché il Piano non sia un’occasione persa, ma uno strumento che garantisca a tutte e tutti il diritto a stare bene”.

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