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Il Borghese

Mirafiori, con la Fiat 500 Ibrida stop alla cassa? Ecco cosa (non) sappiamo

Il ceo Antonio Filosa alla presentazione ma senza confronto con i giornalisti. Le richieste dei sindacati

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«Il lancio odierno della 500 ibrida rappresenta il meglio di Torino, il meglio dell’Italia e il meglio dell’Europa. È l’Europa che produce e, per il bene del futuro di tutti noi, è un’Europa che merita sicuramente il sostegno di chi fa le regole». Sono le parole di Antonio Filosa, ceo di Stellantis, alla presentazione della Fiat 500 Ibrida a Mirafiori.

Un Filosa che ha parlato dopo Olivier Francois, ceo di Fiat, che ha tracciato un quadro romantico della 500, con ampio spazio ai due spot realizzati, fra scene da dolce vita, gelati e androidi che vogliono andare a spasso in 500 (non indugiamo nelle descrizioni, tanto le vedrete). E avremmo voluto poter fare delle domande, ma non è stato possibile. Quindi, le domande in cinque minuti da Vespa, sì (domande, si fa per dire), ma di fronte ai giornalisti torinesi no. Una nota stonata in una giornata che si vuole importante per Torino. Poi, chiaro che comprendiamo le ragioni: Stellantis non ha ancora un nuovo piano industriale, persino il GrEEn Campus che rifarà Mirafiori e la stessa Ibrida sono nati sotto Tavares...

Certo, Antonio Filosa ribadisce che «il Piano per l’Italia va avanti» e snocciola le solite cifre: i 2 miliardi di euro di investimento, i 6 miliardi di euro di acquisti presso fornitori della filiera, quindi come ricaduta sul territorio. Il ritorno del secondo turno in fabbrica da febbraio e via dicendo.

Magari avremmo voluto porre una domanda a Olivier Francois, o allo stesso Filosa sulle parole di Francois: quelle che ha scritto su Linkedin, a corredo del video con AI per la Ibrida. «Aprendo le linee della 500 Ibrida, l’unica cosa che chiudiamo è la cassa integrazione». Fosse così, sarebbe la notizia più attesa da vent’anni. Cosa si intende per chiusura della cassa integrazione? La scadenza del contratto di solidarietà a febbraio? La piena operatività per tutti i dipendenti? E sarà davvero così?

Poi non è che uno abbia dubbi sulla gradevolezza di questa 500, piuttosto sulle aspettative di un mercato che diventa sempre più complesso. Il motore sarà anche il collaudato Firefly prodotto in Italia, ma perché è meno potente persino di quello della Pandina? Perché questa vettura rinuncia all’opzione cambio automatico, che significa tagliare via una fetta importante di mercato? Lo chiediamo perché se questo deve essere il modello unico della salvezza di Mirafiori, ogni minima vite è fondamentale.

D’altra parte, non è un caso se, pur apprezzando l’importanza della giornata, anche i sindacati tornano a pestare sul medesimo tasto. «È un passo in avanti per il rilancio di Mirafiori come noi chiediamo da tempo - dice Edi Lazzi, segretario generale Fiom -. Questo nuovo modello è anche il risultato delle pressioni, delle proposte e delle mobilitazioni delle organizzazioni sindacali fatte insieme alle lavoratrici e ai lavoratori. Adesso bisogna proseguire, per Mirafiori serve un ulteriore modello di autovettura pensata per il mercato di massa e assunzioni a tempo indeterminato di giovani lavoratori». Assunzioni intese oltre quelle 400 già in atto, anche se quasi tutte interinali. Questo può significare la frase di Francois?

«Noi chiediamo che sia l’occasione per superare la cassa integrazione, garantendo una piena ricollocazione di tutti i lavoratori ancora interessati da ammortizzatori sociali - dicono Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, e Luigi Paone, segretario generale della Uilm Torino -. Confidiamo che il motore GSE di Termoli, montato sulla Fiat 500, rappresenti un elemento di valore per i consumatori e che nuove vetture possano essere assegnate a Torino. Chiediamo inoltre che Stellantis valorizzi le competenze di ricerca e staff che costituiscono un patrimonio del territorio».

Aspetteremo le risposte del mercato. Come sempre.

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