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Il caso

Quando i cani e i gatti sono vittime delle difficoltà delle persone: il giorno in canile di Lo russo

Sovraffollato e con adozioni in picchiata, il canile comunale di Torino ospita 170 cani e 80 gatti: in arrivo incentivi e supporto per adottare gli animali più fragili, con l’appello del sindaco a conoscerli e portarli a casa

All'entrata c'è Aisha, 16 anni e mezzo. La «vecchietta» del rifugio. Ma non scodinzola, né abbaia o passeggia entro il perimetro della sua recinzione, come ci si potrebbe immaginare. E' paraplegica e ha bisogno della fisioterapia.

Più avanti, invece, sono in tantissimi ad abbaiare. La maggior parte Pit Bull, o loro incroci, adulti. Come Diablo, dal manto fulvo e gli occhi seri, qui da ben sei estati.

All'interno, invece, il gattile, in 80 tra mici adulti e cuccioli: Loretta e Lorenza, due sorelle, restano immobili, forse impaurite dalla presenza di estranei.

Sono 250 attualmente tra cani (170) e gatti (80) gli animali tenuti dal canile rifugio del Comune di Torino, in strada Cuorgné 139, Falchera.

Trecentocinquanta, invece, gli ingressi medi all'anno, tra randagi (circa tre quarti) e cani dispersi, raccattati dal servizio di recupero animali.

«Tanti semplicemente vengono qui e lasciano il proprio animale, e lui da un giorno all'altro non sa che cosa ha fatto di male per essere abbandonato», spiega Elena Guttaiano, responsabile del canile rifugio da circa 6 anni. «Ed è un problema di tutto l’anno, non solo stagionale. Non abbiamo il picco di agosto».

I numeri del rifugio sono al limite: 170 cani su una capienza di 100, mentre le adozioni in calo rispetto agli scorsi anni. «Quest'anno sono appena 53. L'anno scorso erano 143, ma tutti i municipali hanno questa difficoltà, perché non possiamo non prendere cani», racconta Guttaiani. Arrivano anche da colonie, o da canili privati che non possono tenerli.

La visita del sindaco di Torino Stefano Lo Russo di ieri mattina è anche un modo per dare loro sostegno. Entro la fine del 2027 grazie a 3 milioni di fondi Pon Metro Plus vedrà la luce il progetto che amplierà gli spazi interni del rifugio: 16 box in più negli spazi sanitari e 24 nel rifugio «vero e proprio».

All'arrivo, infatti, gli animali passano circa 10 giorni in osservazione, poi, ove possibile, vengono restituiti al proprietario. Ma questo spesso non avviene, e a quel punto si passa ai box «definitivi».

Per questo il rifugio si sta adoperando per fornire incentivi a chi adotta un cane anziano o fragile, che ad esempio è affetto da dermatite, tipico sintomo da stress all’interno del canile. In che modo? «Fornendo sostegno alle spese mediche, alla fisioterapia - continua Guttaiano -. Inoltre le nostre adozioni sono gratuite. Cosa che non avviene con le staffette. Banalmente anche il fatto che siano già vaccinati, con chip e già educati dai nostri comportamentisti fa tanto».

Dal canto del Comune le attività ci sono attività di sensibilizzazione e le serate informative in Circoscrizione. Il canile prevede, poi, una sorta di accompagnamento con comportamentista, in fase di adozione, per agevolare il più possibile l'affido.

«Spesso gli abbandoni sono legati a situazioni di difficoltà e i cani e i gatti ne sono le vittime. L'appello è di venire qui, farsi raccontare la storia di questi animali e provare ad adottare un cane o un gatto. Il personale è competente e appassionato», conclude il sindaco.

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