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L'operazione
14 Giugno 2024 - 10:59
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, coordinati dalla Procura della Repubblica
torinese, hanno eseguito tre distinti decreti di sequestro preventivo emessi d’urgenza dal pubblico ministero Elisa Buffa e
convalidati dal competente giudice per le indagini: il destinatario è Giorgio Molino, l'82enne "ras delle soffitte" proprietario di oltre 1.500 tra appartamenti, box, posti auto, cantine e soffitte a Torino. E' accusato del reato di frode fiscale: per questo gli sono stati sequestrati circa 6,6 milioni di euro più altri 540 mila euro per autoriciclaggio.
Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino hanno ricostruito redditi e affari di Molino per gli anni d’imposta dal 2019 al 2022, anche grazie agli accertamenti svolti dagli investigatori della polizia locale di
Torino, che da anni tiene d'occhio i problemi di convivenza civile, sicurezza urbana, oltre che di regolarità edilizia e di igiene degli appartamenti. Così sono emerse le anomalie nei contratti di locazione e nei pagamenti degli affitti tra la proprietà (rappresentata da società o associazioni di promozione sociale) e le persone occupanti. Così le Fiamme gialle sono risalite a Molino e ai suoi affari, che si trovano soprattutto nelle periferie più degradate, da Barriera di Milano ad Aurora e Lingotto.
Secondo l'accusa, l'82enne imprenditore avrebbe schermato la propria attività di gestione degli immobili ricorrendo a società semplici, associazioni di promozione sociale e cooperative per complessivi 18 soggetti, tutti privi di strutture e organizzazione sufficienti a produrre redditi. Un sistema pensato, per gli inquirenti, per nascondere l’evasione fiscale legata ai canoni di locazione immobiliare non dichiarati o percepiti “in nero”.
Per questo i finanzieri hanno case e uffici delle società di Molino e, grazie alle unità cinofile “cash dog” della Guardia di Finanza, hanno trovato oltre 270 mila euro in contanti, nascosti in doppifondi ricavati nei mobili. Gli investigatori hanno recuperato documenti e file informatici, oltre a interrogare i collaboratori dell’imprenditore.
Sull’operazione interviene anche il sindaco Stefano Lo Russo con una nota: “Contrastare questo tipo di reati è importantissimo, parliamo di un business eticamente davvero riprovevole e purtroppo spesso anche difficilmente perseguibile sul piano della legalità su cui invece deve restare alta l’attenzione. La nostra prima preoccupazione dev’essere quella di garantire che le persone, in particolar modo quelle più fragili, vivano nelle migliori condizioni igienico sanitarie e di sicurezza e non siano vittime di sfruttamento. Per noi i temi della sicurezza sociale e del controllo di legalità sono fondamentali.
Ringrazio il Nucleo Abusivismo Edilizio della nostra Polizia municipale che ha intuito la necessità di guardare ad un quadro di insieme dietro a irregolarità edilizie e locazioni sospette. Un lavoro propedeutico prezioso su cui poi hanno preso il via le indagini della Guardia di Finanza.
Lucrare sulla fragilità sociale è quanto di più moralmente indegno. Auspichiamo che nelle sedi proprie si possano accertare le responsabilità e contribuire a debellare uno dei fenomeni più odiosi degli ultimi anni”.
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