l'editoriale
Cerca
IL COLLEZIONISTA FOLLE
19 Ottobre 2024 - 22:22
AVVERTENZA PER LA RUBRICA
Ebbene sì, pochi lo sanno, a Torino esiste una collezione privata, addirittura privatissima, messa insieme dal nostro Collezionista Folle. Ci si potrebbe istituire un museo. E che museo! Da Van Ghogh a Modigliani, da Toulouse Lautrec a Gauguin e via con opere di famosi autori fino al sommo Leonardo, di cui oltre ad un quadro si custodisce anche una reliquia delle sue ossa. Tutte opere non acquistate ma ciascuna ritrovata nei posti più impensabili grazie alle intuizioni, alle ricerche storiche e filologiche, agli studi del nostro cacciatore di tesori che certamente è dotato di un innegabile fiuto per le opere d’arte come un cane da tartufi per le trifule. Le austere “Fondazioni” francesi, per il loro sciovinismo e secolare pregiudizio antiitaliano, non vogliono riconoscere l’autenticità delle opere del Collezionista Folle, ma lui non si dà per vinto e intanto continua la sua caccia alle opere perdute dei grandi geni dell’arte.
RITROVATA L’ULTIMA OPERA DI CANOVA
Non fu all’alba ma alla sera ventosa del 26 febbraio 1815 che Napoleone lasciò l’isola d’Elba in gran segreto. In realtà non si trattò di una fuga ma di una partenza ben preparata da tempo nei minimi dettagli. Con lui un ristretto gruppo di soldati e di medici addetti alla sua salute. Venne organizzato un audace piano, forse un’idea della sua amata sorella Paolina Bonaparte: la simulazione di un attracco forzoso del bastimento Inconstant (un due alberi costruito nei cantieri di Livorno nel 1810, lungo 30 metri e con 14 cannoni mai utilizzati) che finse di arenarsi nei pressi della rada di Portoferraio, Napoleone, con la scusa di doverla far riparare, incominciò a riarmare i cannoni e incaricò Paolina di cercare i fornitori per caricare la cambusa con cavoli, pomodori, patate e acquavite e tutto ciò che poteva servirgli per il viaggio. Paolina vestita da viaggio, in quella ardimentosa situazione avrebbe sofferto di un orzaiolo all’occhio che venne curato dal medico celebre oculista al seguito di Napoleone il dottor Foreaur de Beauregard. Napoleone a ricordo e per ringraziare Paolina, ordinò che venisse scelto il più grande ovulo di gesso rinvenuto quel giorno in miniera, contenente un nucleo di alabastro sul quale venne scolpita la effige di Paolina con un orzaiolo nell’occhio.
Qui sopra il profilo di Paolina Bonaparte: l'occhio destro presenta un orzaiolo
L’Erma di alabastro fu ritrovata in un deposito del porto di Genova, ed io fui colpito dalla somiglianza con Paolina Bonaparte benché fosse vestita da viaggio. Mi dissero che la statua proveniva dallo sgombero della Grangia di Leri di Trino Vercellese, caduta in disuso e derubata dai vandali. Questa, infatti, non è una qualunque ex grangia abbandonata nel comune di Trino (dove venne costruita la centrale atomica), bensì la residenze di campagna di Camillo Benso Conte di Cavour, tra i principali artefici dell’Unità d’Italia. Gestita dai monaci cistercensi fin da tempi remoti, la grangia e l’area intorno al borgo di Leri vennero acquistate nel 1822 da Michele Benso di Cavour, padre di Camillo. La famiglia Cavour trasformò la proprietà (in tutto circa 900 ettari di terreno) in una tenuta agricola all’avanguardia per quei tempi. Fu proprio Camillo Benso a guidare la tenuta, sperimentando tecniche di coltivazione moderne che gli permisero di migliorarne la resa nella produzione di riso e nell’allevamento del bestiame e che avrebbe poi utilizzato nel resto del Piemonte.
La tenuta all’avanguardia era visitata dai nobili dell’epoca, tra i quali la Paolina Bonaparte e il suo consorte Principe Borghese forse interessati a partecipare all’investimento col Conte Cavour. Paolina Borghese era già stata immortalata come “Venere vincitrice”, una scultura neoclassica di Antonio Canova, eseguita tra il 1805 e il 1808 ed esposta alla Galleria Borghese di Roma. La statua di alabastro con l’orzaiolo nell’occhio fu messa in disparte poiché si dice che “l’alabastro porti male”, essendo usato per manufatti cimiteriali. Paolina morì nel 1825, tre anni dopo l’acquisto di Leri.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..