Cerca

Maturità 2025

La notte più lunga per mezzo milione di studenti ha una colonna sonora che non invecchia mai

Ansia, sogni e pizzini: perché Notte prima degli esami continua a parlare a ogni generazione

La notte più lunga per mezzo milione di studenti ha una colonna sonora che non invecchia mai

C'è qualcosa di sacro nella notte prima degli esami. Non importa quanti anni passano, quanto cambiano i programmi o i commissari esterni: la notte del 17 giugno resta un rito collettivo che ci somiglia, che ci racconta. È quella sera che non dimentichi più.

Nel 2025 sono oltre 500.000 gli studenti italiani pronti a misurarsi con la prima prova della Maturità, il famigerato tema. Che poi, a dirla tutta, è molto più di un esercizio di scrittura: è un test di resistenza emotiva. E l’ansia? Lei arriva puntuale, sempre.

Secondo l’esperto britannico David Putwain –  l’ansia da maturità non è solo paura di fallire, ma anche una minaccia all’autostima. Gli studenti più autocritici, o quelli provenienti da contesti svantaggiati, sono i più esposti al rischio di non rendere come potrebbero.

No, lo stress non è un carburante positivo. Il mito del “po’ di ansia che fa bene” viene smentito dai dati: circa il 16% degli studenti britannici tra i 15 e i 18 anni sperimenta livelli di ansia da esame talmente alti da compromettere la performance. E sì, spesso anche la salute mentale.

Il risultato? Mente vuota in aula, risposte che riaffiorano solo all’uscita, una corsa all’ultimo bigliettino (il 19% degli studenti italiani dichiara di voler copiare, secondo Skuola.net), e una narrazione tossica che trasforma una prova in un incubo.

Come si spegne l’ansia? (Spoiler: non si spegne)

La verità è che l’ansia non si spegne. Si riconosce, si gestisce, si abbraccia. E magari si normalizza. È questa la chiave del metodo STEPS, ideato dallo stesso Putwain: dare strumenti a studenti e insegnanti per disinnescare i pensieri negativi e rendere più umano l’esame.

Perché se è vero che la vita ci mette costantemente alla prova, nessuna prova dovrebbe trasformarsi in una trappola. I ragazzi hanno il diritto di sapere che non saranno definiti da un voto, ma dal modo in cui affrontano le sfide.

Una canzone, un manifesto generazionale

E poi c’è lei, Notte prima degli esami. Quella che Antonello Venditti ha scritto nel 1984, ma che continua a vibrare ogni giugno. Perché ogni strofa è un pezzo di scuola, di famiglia, di politica, di amore.

Venditti raccontava la sua maturità al liceo Giulio Cesare di Roma. E oggi, quarant’anni dopo, le sue parole sono ancora lì, a fare da colonna sonora alle notti insonni dei maturandi di oggi. Perché nonostante tutto, “le notti di lacrime e preghiere” sono sempre le stesse.

La maturità cambia, i ragazzi no. Sono ancora quelli delle pizze fredde e dei calzoni, degli amori infiniti che durano un’estate, delle playlist condivise su Spotify, dei messaggi vocali all’una di notte: “non so niente”, “non dormirò mai”, “se va male vengo a vendere granite con te”.

La notte prima degli esami è un passaggio. Non solo scolastico, ma esistenziale. È il confine tra ciò che eravamo e ciò che iniziamo a diventare. È fatta di paure e speranze, di futuro e malinconia.

E alla fine, anche se il tema non esce, anche se la seconda prova è tosta, anche se non tutto andrà come sperato, una cosa resterà certa: la notte prima degli esami è uno di quei momenti in cui, senza saperlo, si cresce. E non si torna più indietro.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.