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Lavoro & Formazione

Torino capitale dell'auto? Oltre a Fiat, ora non trova neppure i meccanici per ripararle. Ecco perché

Tra la transizione elettrica e i dispositivi elettronici sempre più sofisticati, gli artigiani vanno in crisi: ci sono mille posti liberi

Torino capitale dell'auto? Oltre a Fiat, ora non trova neppure i meccanici per ripararle. Ecco perché

Torino capitale dell'auto? Adesso, oltre a non riuscire più a produrre, perché l'ex Fiat ossia Stellantis tiene a stecchetto Mirafiori, non trova neppure i meccanici e i tecnici per ripararle. Davvero una situazione paradossale, considerando quello che era l'indotto della Fiat non solo in termini di produzione, ma di assistenza e di vendita. E il patrimonio di scuole e istituti professionali e tecnici, ma certo anche la formazione più avanzata. Una carenza di personale che supera di parecchio la media nazionale.

In Piemonte, il comparto artigianale dell'autoriparazione conta circa 6.500 imprese, con migliaia di addetti ma anche di piccoli imprenditori. Che adesso, al pari di tutto il settore automotive, si trovano ad affrontare la sfida del cambiamento del mercato automobilistico, fra la transizione all'elettrico e le tecnologie digitali.

Secondo “Citemos 2024”, il rapporto nazionale di Confartigianato sulla mobilità sostenibile, la richiesta di addetti qualificati ha raggiunto livelli critici: su un totale di 36.330  meccatronici artigianali e riparatori di automobili necessari, il 70,8%, pari a 27.730 lavoratori, è risultato difficile da reperire. In Piemonte, questa percentuale raggiunge l'82%: il che significa che ne mancano almeno un migliaio all'appello, sul totale di posti liberi.

La spiegazione, viene riportato da Confartigianato, sta nelle competenze digitali di base e nell'applicazione delle cosiddette tecnologie 4.0: trovare candidati che abbiano questa formazione è diventato difficile. Per questo, Confartigianato e Unioncamere hanno firmato un accordo per favorire il superamento del gap della formazione, tramite formazione, orientamento l'incontro fra domanda e offerta, ossia aziende e scuole, con progettazione di percorsi condivisi e riconoscimenti di competenze degli studenti delle superiori con particolare attenzione alle esigenze del sistema produttivo legate alla filiera formativa tecnico-professionale, ai percorsi ITS Academy e alle discipline STEM e l’elaborazione di strumenti utili per la certificazione delle competenze gestita attraverso il sistema camerale.

 Perché, in pratica, è la scuola a essere rimasta indietro: "La carenza di personale qualificato è anche legata al gap tra il mondo della scuola, il sistema della formazione e il mondo del lavoro - spiega Michele Quaglia, presidente della Federazione Autoriparazione di Confartigianato Imprese Piemonte -. Necessitano, inoltre, risorse per favorire il passaggio generazionale e sostegni per le imprese che investono sul fronte innovazione e sul personale con competenze  digitali  avanzate, necessari per garantire standard qualitativi adeguati alle richieste dei clienti e all’evoluzione del settore”.

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