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Lavoro & Crisi

Torino, la cassa integrazione vola (+40%) ma ora sta finendo: così un'azienda su due rischia di chiudere

La fotografia della Uil Piemonte sul Piemonte, l'impatto di Stellantis e di Mirafiori e le paure dell'indotto

Torino, la cassa integrazione vola (+40%) ma ora sta finendo: così un'azienda su due rischia di chiudere

Ventisette milioni di ore di cassa integrazione in sette mesi, significa 9 milioni ogni mese, con una crescita in Piemonte che è il doppio della media nazionale. Ma adesso, per un settore chiave come quello dell'automotive, gli ammortizzatori sociali stanno finendo: che cosa accadrà a migliaia di lavoratori? 

A renderlo noto è la Uil Piemonte, con i dati del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL Nazionale. Nei primi sette mesi del 2024, vero annus horribilis per il lavoro, sono state richieste 26 milioni e 472.117 ore di cassa integrazione: un aumento del 47,8% rispetto allo stesso periodo del 2023 (così suddiviso: +66% quella ordinaria, +22,7% la straordinaria, -86% in deroga). Bisogna poi aggiungere 454.128 ore dei fondi di solidarietà gestiti dall’Inps, che vanno a coprire i lavoratori privi di strumenti di sostegno al reddito. Complessivamente, quindi, il calcolo è di 26 milioni e 926.245 ore di ammortizzatori sociali (+40,7%). Per dare un termine di paragone, a livello nazionale sono state autorizzate 292 milioni e 770.263 ore, con un incremento del 20,1%.

Dunque, in Piemonte la cassa integrazione - che rappresenta il 10% degli interi ammortizzatori sociali italiani - è cresciuta più del doppio della media nazionale. E a fare la parte del (triste) leone è la provincia di Torino, che diventa la più cassaintegrata d'Italia dopo Milano e Napoli, con 16 milioni e 993.693 ore. L'incremento è stato del 72%. Le altre province piemontesi si presentano così: Biella +142,7%, Novara +100,7%, Vercelli +54%, Asti +30,5%, Alessandria +0,1%, Verbania -8,5%, Cuneo -54,6%.

Chiaramente Torino significa principalmente Stellantis e l'indotto auto. A Mirafiori, in questo momento, il ricorso agli ammortizzatori sociali (per il diciottesimo anno consecutivo) è massiccio: 3.200 lavoratori sono in regime di contratto di solidarietà al 20% e di fatto, avevano spiegato i sindacati, si lavora "a chiamata" (ossia i lavoratori delle Carrozzerie vengono convocati a seconda delle necessità produttive) e la decurtazione della busta paga arriva anche al 30%.

Ma da qui a poco tempo, ossia già nel corso del 2025, gli ammortizzatori sociali si esauriranno. La proroga, che deve essere concessa in presenza di evidenti situazioni di crisi, non è poi così scontata. "La fine degli incentivi per l’acquisto di auto ha portato ad agosto a un tracollo di vendite, più marcato per il gruppo Stellantis - spiega Gianni Cortese, segretario generale Uil Piemonte -. In aggiunta, la componentistica continua a mostrare gravi difficoltà, che mettono a rischio la sopravvivenza stessa di quasi metà delle imprese della filiera. Ѐ necessario, quindi, riprendere urgentemente il confronto con il Governo nazionale, per mettere a punto interventi immediati e programmatici necessari. In particolare, riteniamo che bisognerebbe incrementare gli investimenti nelle politiche attive del lavoro, anche per contrastare le difficoltà di far incontrare domanda e offerta. In proposito, sottolineiamo che da 15 anni la UIL chiede a tutti i Governi della nostra Regione di promuovere un serio censimento, con l’ausilio delle associazioni datoriali, volto a individuare e formare le figure professionali realmente carenti nel mercato del lavoro”.

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