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LA POLITICA

Ecco la Festa dell’Unità: tra salamelle e veleni. Che fine ha fatto il Pd?

Una Festa tra nostalgia e correnti in piazza d'Armi: il riflesso del Partito democratico

Elly Schlein

Elly Schlein

Tra correnti e hamburger vegani, il palco della Festa dell’Unità è lo specchio del partito che la organizza. Una Festa che in molti non stentano a definire «anacronistica» e che pure riesce a far parlare di sé, tra dibattiti su possibili alleanze, problemi della città, rapporti Comune-Regione e qualche gaffe (come quella di invitare a un dibattito sul conflitto in Ucraina una donna che l’associazione ucraini a Torino accusa di propaganda filo russa).

Quel che è certo è che sono lontani i tempi delle liti furibonde ai gazebo e il clima da guerra civile che ha accompagnato la scelta del candidato presidente da opporre al governatore Alberto Cirio. Ora i dem sembrano sonnecchiare, tanto che le malelingue parlano di un partito «anestetizzato». E sono in molti a chiedersi che fine abbia fatto il progetto di indire un congresso locale per tornare alla conta delle correnti, che poi in un partito è quello che più interessa.

La verità probabilmente sta nel risultato delle urne. Perso il Piemonte, a Torino il Pd ha retto, ma la candidata di area Schlein non ha riscosso il risultato sperato. In altre parole, chi era pronto a sparare contro i fedelissimi di Bonaccini ha dovuto deporre le armi e fare un passo indietro. Anche a Palazzo Civico i seguaci della Segretaria sono ormai ridotti all’osso. Anzi, con la fuori uscita della capogruppo Nadia Conticelli si teme l’encefalogramma piatto. Tale è il Partito (come si vede in Sala Rossa) così è la Festa. L’unico guizzo che ha raccolto intorno al palco centrale quasi mille persone è coinciso con l’arrivo di Elly Schlein.


Tanti giovani in platea e molti gli applausi. «Ricorda i tempi di Renzi» commentano con nostalgia alcuni spettatori. Non immaginando forse che il paragone potrebbe non essere di buon auspicio (o gradito) alla segretaria. D’altra parte Matteo Renzi è stato il protagonista del lungo dibattito agostano sul campo largo. E, proprio dal palco della Festa dell’Unità, l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino ha chiuso la porta a una possibile alleanza con Italia Viva.

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A conti fatti: poca vivacità. O almeno interesse come quello che si è acceso durante l’incontro sulla sanità, con l’assessore di Fratelli d’Italia Federico Riboldi che - senza nulla togliere al personaggio - una volta sarebbe stato accolto da qualche fischio e invece è persino riuscito a portare a casa un applauso e complimenti a mezza voce dal pubblico.

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