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La crisi dell'ex Fiat
28 Gennaio 2025 - 07:20
Una settimana decisiva per Mirafiori, a Torino: in ballo c'è la produzione della Fiat 500e, ripresa al 20 del mese, per la quale erano state garantite almeno due settimane di lavoro, anche se su un solo turno. Entro venerdì 31 gennaio, però, deve arrivare la decisione che i lavoratori aspettano. E stavolta potrebbero essere buone notizie, anche grazie a Giorgio Armani. Vediamo perché.
Stando a quanto abbiamo saputo dall'interno di Mirafiori, alle Carrozzerie si lavorerà anche a febbraio (il 3, come già detto nelle scorse settimane, torneranno al lavoro anche gli addetti Maserati): nessuno stop alla produzione - non nell'immediato - della piccola elettrica, anche se gli ordinativi sono ancora tutti da valutare. Sempre secondo nostre fonti, inoltre, i fornitori di Stellantis sarebbero già stati sondati riguardo l'ipotesi di una continuità produttiva anche nel mese di marzo, seppure con dinamiche e modalità ancora da definire.
Nel corso del 2024, a Mirafiori si è toccato un picco del -70% della produzione, con 100 giornate di stop, appena 26mila Fiat 500e prodotte. Mancanza di ordinativi, era la spiegazione fornita. Perché, con la fine degli incentivi all'elettrico in Germania, che era il mercato più forte per la 500 elettrica, la piccola utilitaria, considerata superata e antieconomica rispetto alla concorrenza, si è di fatto arenata. I report Dataforce stimano circa 30mila vetture vendute in Europa. Troppo poco per un modello su cui molti si è puntato e ancora si vuole fare.
I piani di Stellantis, già di Tavares ora riproposti da Jean Philippe Imparato, capo Stellantis Europe Enlarged, erano legati all'arrivo della Fiat 500 Ibrida, considerata in grado di raggiungere le 100mila unità prodotte, e la nuova versione dell'elettrica. La prima arriverà a ottobre (al netto di qualche problema nell'assemblaggio di un motore endotermico su una carrozzeria e una scocca studiare solo per l'elettrico, per cui a Mirafiori si sta lavorando ma che potrebbero causare ritardi), per la seconda - per cui Tavares parlò di un investimento di 100 milioni di euro - si è divisi fra l'opportunità di anticipare il lancio inizialmente fissato al 2028 e quella di prolungare la vita del modello attuale, pensando a una ripartenza degli ordini. La versione "Collector's Edition" Giorgio Armani, d'altra parte, è stata appena lanciata ed è questo il motivo alla base dell'intenzione di prolungare la produzione. Oltre alle ragioni numeriche: Stellantis deve fare volume con l'elettrico, per evitare le multe legate alle emissioni di CO2, per cui non basteranno i carbon credit comprati da Tesla.
Nei nuovi piani influisce anche il cambiamento di rotta - almeno nella comunicazione - voluto da John Elkann: che rilancia e rassicura il mercato nordamericano, con 5 miliardi di investimenti annunciati, ma dialoga con il governo italiano - cui Imparato aveva garantito piena attività di ogni stabilimento - in vista della sua audizione alla commissione attività produttive della Camera, il prossimo 19 marzo. Arrivarci con Mirafiori ferma - come fece Tavares - non sarebbe il miglior biglietto da visita. E, adesso, in Stellantis questa cosa conta.
Ma a contare, per i lavoratori - per i quali è stato firmato il ricorso al contratto di solidarietà almeno fino all'estate, proprio in vista dell'arrivo della Fiat 500 Ibrida -, saranno alla fine proprio i numeri: quante vetture saranno effettivamente prodotte, in attesa di testare gli ordini della "Giorgio Armani"? Si tratta di una delle due versioni speciali annunciate lo scorso mese di luglio, in occasione dei 125 anni di Fiat: una versione in due colorazioni particolari, con tanto di griffe e dotazioni esclusive e con prezzo di listino 41.500 euro, anche se in questo momento la promozione ne sconta 8.000. I clienti che effettueranno l'ordine riceveranno una lettera di benvenuto firmata dal ceo di Fiat, Olivier Francois, e Giorgio Armani. Di conseguenza a febbraio (e marzo) si lavorerà tutto il mese o, come da una delle ipotesi sul tavolo, per due settimane su quattro?
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