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I numeri della politica
04 Agosto 2025 - 06:00
È stato un anno piuttosto burrascoso a Palazzo Lascaris. Fatto di presidi, sit-in. Fino alle manifestazioni più plateali: dal cerotto sulla bocca dell’opposizione - Pd e Avs -, lo scorso giugno, per denunciare la mancata discussione del referendum regionale in difesa della sanità pubblica; ai “Cirio” di cartone, spuntati pochi giorni fa in Consiglio: «Il governatore aumenta le tasse ma non ci mette la faccia», ha accusato la minoranza in merito all’emendamento che accrescerà dal 2026 l’aliquota Irpef per più del 70% dei piemontesi. E numerose convocazioni «extra», con maratone notturne in commissione e consigli di sabato. L’ultimo oggi per chiudere - dopo ben 1.367 emendamenti - l’assestamento di bilancio 2025-2027. Insomma, i 50 consiglieri della Sala Viglione negli ultimi tempi hanno dovuto fare gli straordinari, quando molto spesso della Giunta c’era solo uno sparuto rappresentante (su 13).
I temi “caldi”
Sul piatto quest'anno ci sono stati - e alcuni ritorneranno a settembre - temi delicatissimi. A partire dalla sanità. Da un lato a rischio commissariamento - sempre smentito dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi - per un deficit di circa 500 milioni. Dall’altro dalla progettualità ancora “abbozzata”: il tanto atteso Piano socio-sanitario regionale, che dovrà tracciare le linee guida della sanità dei prossimi anni, condiviso solo la scorsa settimana, è infatti ancora tutto da discutere. A continuare con l’assestamento di bilancio: che dall’anno prossimo prevederà il boccone amaro dell’aumento Irpef per i piemontesi con un reddito compreso tra i 15mila e i 50mila euro. E a finire con il “Cresci Piemonte”, il disegno di legge che mira a semplificare le varianti urbanistiche e a snellire le procedure per i piani regolatori (tra cui quello torinese), illustrato anche questo “in calcio d’angolo”, lo scorso 24 luglio, in commissione Urbanistica, ma su cui parte dell’opposizione teme - dopo il caso Grattacieli Puliti a Milano - «dinamiche opache».
Le presenze
Ma quanto hanno partecipato i consiglieri agli spesso “vivaci” lavori di Sala Viglione?
Dallo scorso luglio, a un anno esatto o poco più di consiliatura Cirio bis, sono stati tanti quelli a non mancare mai all’appello con 44 presenze su 44 convocazioni. Tra l’opposizione si stagliano come sempre presenti la capogruppo di Avs Alice Ravinale, e i consiglieri dem Gianna Pentenero e Alberto Avetta. Per la maggioranza ci sono Silvio Magliano (Moderati), Marina Bordese, Roberto Ravello e Davide Nicco (FdI), Andrea Cerutti (Lega), Francesco Graglia e Davide Langhi (FI), solo per farne alcuni esempi.
Ma a parità di presenze il grado di «iniziativa» è molto diverso. Da una parte svetta per il maggior numero di atti da inizio consiliatura Alice Ravinale: 138 tra interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno. Seguono Daniele Valle, con 135 atti, ma qualche presenza in meno (40 su 44) e Unia (134 atti e 43 presenze). Di contro c’è chi, come Ravello, pur tenendo sempre il proprio posto “caldo”, di atti ne ha presentati solo 8 in totale (peggio di lui in Consiglio fa solo l’ex assessore alla Sanità Luigi Icardi (Lega, con 7 atti). E i più assenti? A onor del vero il tasso di partecipazione complessivo è molto alto (complice la decurtazione dal rimborso spesa mensile di 150 euro in caso di assenza). Quelli che frequentano meno il Palazzo, lo fanno comunque per almeno l’80% delle sedute. Si tratta del consigliere del Pd Domenico Rossi (35 presenze), poi Laura Pompeo (Pd), Icardi e Gianna Gancia (Lega) con 36.
Insomma, un lavoro intenso, che ha visto le opposizioni sull’attenti, in particolar modo negli ultimi mesi: in cui è stato il Pd a “tartassare” maggiormente la Giunta con 266 atti, tra interpellanze ed interrogazioni e 133 tra mozioni e ordini del giorno (i 5Stelle ne contano rispettivamente 103 e 101; mentre Avs 129 e 87).
Gli stipendi
Ma “quanto ci costa?” I compensi che spettano ai componenti del Consiglio e della Giunta variano - sulla base di ulteriori funzioni anzianità -, tra gli 8.500 e gli 11mila euro lordi.
Il pacchetto “consigliere base” è pari a un’indennità mensile di 5mila euro lordi. A cui si aggiungono 3.500 euro come rimborso spese (da cui si decurtano 150 euro per ogni eventuale assenza). Ci sono poi le “indennità di funzione”, che aggiungono all’assegno dei consiglieri 600 euro ai vicepresidenti di commissione o Giunta, 750 ai presidenti, mille per i presidenti di gruppo consiliare, 1.250 per il vicepresidente di Giunta o Consiglio, e per gli assessori. Infine 1.700 euro al presidente della Giunta e al presidente del Consiglio Regionale, Alberto Cirio. Infine ai consiglieri spetta un’indennità di fine mandato: pari all’ultima mensilità moltiplicata per gli anni di incarico (entro un massimo di dieci).
...E il presidente?
Il presidente della Regione, Alberto Cirio, è un po’ meno presente. Dall’inizio della legislatura ha preso parte alle sedute solo 10 volte (con un tasso di partecipazione del 23%), facendosi vedere in Sala Viglione, mediamente, meno di una volta al mese. In linea, a ben vedere, con i suoi predecessori. Cirio negli ultimi tempi ha dovuto fare i conti con una fitta agenda di conferenze stampa: la settimana scorsa il tour de force per presentare, nell’ordine, la tessera studentesca Piemonte, il Piano socio-sanitario, i 18 milioni per le Rsa e il nuovo Piano di qualità dell’aria. Più varie ed eventuali: come l’annuncio di voler chiedere al Mef i risparmi del contratti sanitari internalizzati per le nuove assunzioni, o il ricorso al Fondo Sanitario Nazionale per la «lotta non più rinviabile alle zanzare». Ma dall’opposizione c’è chi se ne lamenta ed è costretta a immaginarselo di cartone.
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