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LA SCUOLA

Sorrisi e lacrime: «L'emozione del primo giorno» dei primini torinesi

Le istituzioni in visita nelle scuole. Un minuto per Gaza e l'augurio ai ragazzi

Sorrisi e lacrime: «L'emozione del primo giorno» dei primini torinesi

Zaini in spalla, libri alla mano e rincomincia la scuola: ieri la campanella ha sancito la fine dell’estate, portando tra i banchi oltre 246mila studenti torinesi (3911 ai nidi d’infanzia comunali, 4897 nelle scuole d’infanzia comunali e 5436 in quelle statali).
All’apertura del nuovo anno scolastico, le istituzioni del territorio hanno dato il benvenuto alle classi prime (e il bentornato ai più grandi).

Emozioni da primo giorno

Durante il “tour” istituzionale, il sindaco Stefano Lo Russo e l’assessora comunale all’istruzione Carlotta Salerno, hanno accolto 85 primini alla scuola Allievo di via Vibò. Una scuola che è simbolo «di accoglienza e di apertura verso il mondo».
Una platea variegata, punto d’incontro tra genitori di diverse origini e culture uniti, tra i sorrisi (e qualche lacrima), dalla comune emozione di «vedere i propri bimbi diventare grandi», come racconta Annalise, mamma nigeriana.

«La visita del sindaco è stata inaspettata, siamo rimaste piacevolmente sorprese - raccontano le mamme Viviana e Chiara - un’accoglienza che ci fatto sentire considerati, importanti nel nostro piccolo». Le loro bimbe, Ginevra e Anna, hanno stretto amicizia all’asilo e adesso, tenendosi per mano, sono pronte a iniziare questo nuovo percorso insieme.

«È una grande emozione - racconta Nicola, papà di Leonardo - Sono un ex alunno di questa scuola e vedere ora mio figlio in queste aule fa effetto. Ho anche incontrato le mie maestre ed è stato bellissimo».

E poi, a fare il tifo per il piccolo Francesco, una vera “delegazione” nonni che, tra applausi degni da tribuna, sono diventati le mascotte della giornata: nonno Guido, Giusy e Giustina.

Il minuto di silenzio 

Alle 10 molti istituti piemontesi si sono uniti in un minuto di silenzio per Gaza. Un pensiero anche per Kiev e chi, a chilometri di distanza, «la metro non la usa per andare a scuola ma per proteggersi dalle bombe», ha detto Alberto Cirio, presidente Regione Piemonte.

Ospiti al Convitto Nazionale Umberto I, la direttrice Maria Taresa Furci ha dichiarato di fronte a studenti e istituzioni: «Viviamo in un Paese che garantisce il diritto all’istruzione. Ma non per tutti è così».
Il presidente Cirio ha anche ricordato Vito Scafidi, lo studente che nel 2008 perse la vita tra i banchi di scuola per il cedimento del controsoffitto. «Mettiamo al centro la sicurezza nelle scuole - ha detto Cirio - Abbiamo investito 350 milioni Pnrr, il Piemonte è la seconda regione per edifici scolastici sicuri». 

L'augurio

Dopo l’inno di Mameli suonato dalla sezione musicale, le classi del Convitto hanno celebrato il nuovo anno scolastico nelle diverse lingue studiate nell’istituto meravigliando gli ospiti: inglese, francese, spagnolo, tedesco e cinese (e italiano).
«La scuola serve a questo - ha commentato Carlotta Salerno - a formare cittadini del mondo. Non c’è altro luogo per costruire democrazia, uguaglianza e insegnarvi il vostro valore».

Stefano Suraniti, direttore Ufficio regionale scolastico, presenziando in alcune scuole piemontesi, ha raccontato: «Una bimba mi ha raccontato di essere felice di tornare a scuola per poter rivedere i suoi amici. La scuola è questo, è comunità ma anche un luogo - ed è questa la sfida - che possa far emergere il talento e il valore di ogni singolo studente».

«Che sia un percorso ricco di stimoli, impegno e soddisfazioni», scrive il consigliere regionale Sergio Bartoli.

Lo Russo, con nostalgia rivela: «Della scuola ricordo con emozione il mio primo ultimo giorno in quinta, un inizio con la consapevolezza che fosse anche la fine. Stiamo lavorando come istituzioni - conclude il primo cittadino rivolgendosi agli studenti - per il vostro futuro e per rendere Torino una città a misura per voi».

Ius scholae

Uno dei temi centrali alla riapertura delle scuole è lo Ius schole. «La scuola è formazione ma anche inclusione e cittadinanza», ha detto il sindaco. In merito, Cirio ha commentato: «Crediamo in un percorso scolastico in cui il bambino straniero possa essere premiato».

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