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I segreti degli Agnelli
07 Novembre 2025 - 23:20
Quella mattina di quasi 25 anni, il 15 novembre 2000, lavoravo in un piccolo giornale ormai scomparso. Quando è arrivata la notizia che il questore Nicola Cavaliere stava lasciando il suo ufficio per salire a Villa Frescot, per accompagnare l’Avvocato Gianni Agnelli a Fossano, sotto il viadotto dell’autostrada. Dove era stato trovato il corpo di suo figlio Edoardo, sfracellato.
A distanza di tanto tempo, sono tornato, con le telecamere dei colleghi di Far West, sotto quel viadotto dove un tecnico della società autostradale aveva visto la Fiat Croma di Edoardo ferma, a lato della carreggiata, e dato l’allarme. Novanta metri più sotto, oggi non si passa più: l’area è recintata in quanto zona di contenimento della peste suina. Qui, allora, era sceso anche l’Avvocato, con il bastone, chiuso in un giaccone chiaro. «Il mio povero figlio....» aveva sussurrato.
Il medico legale quella mattina fece una rapida ricognizione del corpo, lì sul terreno: il rapporto conserva gli errori, come la statura (1,75 mentre Edoardo era oltre 1,90), di quella ricognizione. Poi, l’esame nella sala mortuaria del cimitero di Fossano. Niente autopsia. Agnelli, quel giorno, prima di risalire in auto, disse che desiderava avere il più in fretta possibile il corpo del figlio, «naturalmente nel rispetto delle esigenze delle procedure di legge». Fu fatto tutto in fretta: a sera, il feretro arriva a Villar Perosa, pronto per la tumulazione che avverrà il giorno dopo. Sul giornale di famiglia, due pagine appena. E finiva così la storia drammaticamente segnata del figlio ribelle dell’Avvocato. Con Torino che non sembrava stupirsi, ma di fronte a questa tragedia - per cui nessuno pareva mettere in dubbio il suicidio - si stringeva a Gianni Agnelli quasi al grido di «povero Avvocato», solidale nel lutto del Sovrano.
A distanza di anni, però, nella guerra per l’eredità di Margherita contro i figli John, Lapo e Ginevra Elkann, sono emersi documenti mai visti prima: un testamento segreto di Agnelli, in cui l’erede non era più John Elkann, ma Edoardo. Il figlio ribelle. La domanda, quindi, che si è posta la trasmissione Far West venerdì sera, cui abbiamo contribuito con il nostro intervento, è questa: sono state realmente rispettate le volontà di Gianni Agnelli? E qual è la verità sulla morte di Edoardo?
Per il rapporto medico, le cinque fratture, la fuoriuscita di materiale cerebrale sono compatibili con la precipitazione dall’alto di quel viadotto. Marco Bava, piccolo azionista Fiat e amico di Edoardo, non ci crede. Negli anni le sue ipotesi sono diventate sempre più estreme. Che una teoria come quella di un suicidio simulato - suffragata, nel corso degli anni, anche da una misteriosa lettera di un pentito di mafia - presupporrebbe un complotto di enormi dimensioni, di persone di grande potere all’ombra degli Agnelli. Un potere che voleva mantenere. A costo di influenzare una successione? Perché nascondere quel secondo testamento?
Oppure, più semplicemente, come detto ieri sera dal collega Gigi Moncalvo, «Le ultime volontà del Sovrano sono state disattese». Per Lupo Rattazzi, cugino di Edoardo, invece, non ci sarebbero dubbi sul suicidio: «Edo era in uno stato di grande prostrazione». E la successione? A detta di tutti, al di là di Edoardo nominato erede, la guida degli affari sarebbe stata comunque di John Elkann. Ma se Edoardo avesse saputo - e secondo l’amico Marco Bava non lo sapeva, come già vi avevamo raccontato -, quel giorno di novembre sarebbe morto?
E non sono le sole domande scomode che restano. Quella mattina, Edoardo percorre due volte l’autostrada, fra Fossano e Marene: entra ed esce, lo dicono i dati del Telepass. Prima di fermare la Croma sul viadotto. Edoardo lascia il bastone in auto: come ha fatto spostarsi, lui che aveva difficoltà causate dal sovrappeso? Come si è issato oltre le spallette? Perché indossava la giacca del pigiama, sotto quella di velluto? Perché nei giorni precedenti aveva fatto lo stesso percorso? Ma soprattutto: lui sapeva di quel documento fatto preparare da suo padre?
Carte segrete, abbiamo detto, che emergono ora. Che, in udienze che devono ancora arrivare in tribunale, potrebbero riscrivere la storia di un impero.
Ma noi di domande ne abbiamo altre. Perché è stato consentito che non venisse eseguita una autopsia? Le lesioni erano chiarissime, certo. Ma gli esami ematici? Prendeva medicinali, Edoardo, consigliati da uno pseudo psicologo che avrebbe dovuto aiutarlo a superare le dipendenze. In una situazione normale, qualcuno sarebbe finito indagato per tutto questo. In una situazione normale, in una città normale, non si sarebbe consentito neppure a un sovrano di chiudere così in fretta un caso di morte violenta, come lo sono anche i suicidi e gli incidenti. La verità nascosta, ma neppure troppo, è solo questa. Al Sovrano era tutto consentito. Ma forse non da chi gli era vicino...
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