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L'ANALISI DI CAMERA DI COMMERCIO E ANFIA

Trema la filiera dell’auto in Piemonte: con l’elettrico chiude un'impresa su 6

I fornitori disertano Stellantis e guardano all’estero: «Ma la Cina rappresenta una minaccia»

L’invasione delle auto cinesi e la transizione elettrica. Sono questi i due grandi temi che spaventano la fiera dell’auto in Piemonte che rappresenta un terzo delle aziende di componentistica di tutta Italia. Un settore che sta scontando da tempo la crisi legata alla delocalizzazione di “mamma Fiat” e che ultimamente fa sempre più fatica a stare al passo con la svolta “green”. Tanto che, secondo il sondaggio realizzato dalla Camera di commercio di Torino e Anfia, ben un’azienda piemontese su sei (16,4%) dichiara che chiuderà i battenti per dedicarsi ad altre attività con il passaggio alla produzione di veicoli elettrici.

PERSI CENTINAIA DI POSTI DI LAVORO

Alla base della difficoltà del settore, comunque, è il calo delle vendite delle auto in Italia: 1,5 milioni nel 2022 con un pesantissimo -9,8% rispetto all’anno precedente, a fronte di una produzione mondiale al +6%. Una crisi che si riflette sui posti di lavoro: nel 2022 gli addetti impiegati nel settore in Piemonte sono poco circa 56.800, in flessione rispetto all’anno precedente del -1,3%. Con l’export aumenta invece il fatturato rispetto al 2021 ma la nostra regione riesce comunque a fare peggio della media italiana: +5,9% contro il +9%.

STELLANTIS ADDIO

Le difficoltà sono legate a filo doppio con quelle di Stellantis: a livello nazionale infatti si è ridotta la quota di imprese che dichiara di avere Stellantis e Iveco nel proprio portafoglio clienti, che passa dal 72,9% del 2021 al 68,4% (in Piemonte il 76,6%). Parallelamente diminuisce la percentuale degli operatori che hanno generato da vendite a Stellantis e Iveco oltre il 50% del volume di affari, passata dal 39,6% del 2021 al 33,3% del 2022.

INCOGNITA CINA

Insomma, il mondo della componentistica dell’auto guarda sempre più all’estero, soprattutto Francia e Germania. Ma un altro mercato di riferimento potrebbe essere proprio quello cinese che sta aggredendo sempre più il nostro territorio. Una prospettiva che spaventa però il 36% dei nostri operatori a fronte di un 16% che ne individua invece un’opportunità.

«Il fatturato della componentistica piemontese vale 19 miliardi, un grande patrimonio che è a rischio, inoltre la concorrenza cinese è vista come un’ulteriore minaccia» ha sottolineato il presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina. «Entro il 2025 - ha aggiunto il presidente del Gruppo Componenti Anfia, Marco Stella - i costruttori cinesi possono arrivare al 25% delle quote di mercato dell’auto elettrica in Italia».

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