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Il caso

Mentre il Comune annuncia le ruspe la Gondrand rimane un Tossic Park

Spacciatori, tossici, disperati, clandestini: tra via Cigna e corso Venezia la dimora di chi ha perso tutto

Raduno di invisibili all'interno dell'ex Gondra

Raduno di invisibili all'interno dell'ex Gondrand

Sembra un raduno di vecchi compagni di scuola, che per l’occasione hanno scelto un luogo di ritrovo decisamente tetro: il quadrilatero dell’orrore tra via Cigna, via Breglio, corso Venezia e corso Grosseto. Un enorme polmone verde, fino a qualche anno fa luogo di divertimento e oggi simbolo dell’abbandono e del degrado. Così il parco Sempione, ribattezzato di recente “Nuovo Tossic Park”, è diventato (per colpa delle fabbriche chiuse: Gondrand e Carlin) la faccia più brutta della nostra città. Quella che fa più paura: isolata, meta di chi ha perso tutto, casa di spacciatori e tossici. Ma non per questo dimenticata da chi ha l’onere e l’onore di garantire la sicurezza. Il Comune, giusto giovedì pomeriggio, ha parlato di abbattimento imminente (da stabilire con i privati).

Colloquio tra due persone dentro il rudere della Carlin

Un fortino della disperazione

Senz’altro la notizia migliore che poteva arrivare in tempi dove l’unica attività rimasta (semi)aperta è quella di Spazio 211. Una bandierina in mezzo al deserto: oltre alle fabbriche ci sono altre due piscine chiuse. E persino il chiosco che occupava il marciapiede di via Cigna se ne è andato. La zona Gondrand - la chiameremo così per comodità - si è trasformata, nel silenzio generale, in un fortino di disperazione e miseria. Dove nessuno, nemmeno i curiosi, osa entrare.

Basta vedere le foto che abbiamo scattato venerdì mattina per rendersi conto di come la situazione sia quasi a un punto di non ritorno. In un angolo sperduto, tra i detriti e le macerie, spuntano una decina di soggetti intenti a parlottare tra di loro. Seduti su poltroncine, forse l’ultima eredità della fabbrica in vita. Accanto a loro un fuocherello acceso, forse l’antipasto di un pranzo che verrà consumato di lì a poco.

Il parco Sempione di via Cigna

Stanze del buco

Scene che gelano il sangue, come la normalità che abbraccia il vicino ex magazzino di utensili Carlin dove un uomo e una donna (uno spacciatore e una cliente) consumano un panino dopo aver contrattato lo scambio di denaro per qualche grammo di eroina. Film che si ripetono, tutti i giorni, anche al parco Sempione lato via Cigna. Davanti al centro d’incontro ormai chiuso, con i tossici e i pusher a fare capolino all’ombra delle piante.

Una narcosala pari a un buco nero, in grado di inghiottire anche la dignità delle persone. Uno spettacolo spaventoso che solo le ruspe potranno cancellare. Nella speranza che i cantieri partano davvero entro la fine dell’anno. Perché qui, in Barriera, nessuno è disposto a sopportare ulteriori ritardi.

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