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La crisi di Stellantis

Tredicesime di 500 euro e addio Maserati, ecco il Natale (senza albero) alla Fiat Mirafiori

Gli umori e la realtà in cifre dello storico stabilimento all'indomani del piano per l'Italia presentato a Roma

Tredicesime di 500 euro e addio Maserati, ecco il Natale (senza albero) alla Fiat Mirafiori

Sarà un (altro) Natale amaro, a Mirafiori, dove la produzione è ferma fino a gennaio. Con una tredicesima che arriva a malapena a 500 euro, frutto di un anno di continui stop, cassa integrazione e contratto di solidarietà. E stipendi decurtati almeno fino al 3 di agosto, lavoratori che chiedono di riavere gli incentivi alle dimissioni, mentre loro colleghi invece - che ne hanno usufruito - premono per rientrare. Una situazione che stride con, se non propriamente entusiasmo, l'ottimismo che ha circondato la presentazione del piano per l'Italia, martedì al Mimit. "La realtà - ci dicono dalle linee, ferme, delle Carrozzerie - è che non solo Mirafiori non ha avuto nulla in più di quanto sapevamo, ma addirittura perde due modelli".

Si tratta dei due modelli Maserati, la GranTurismo e la Gran Cabrio: modelli premium dai numeri risibili, che al momento vengono prodotti su una linea "compatta". Ma ora Jean Philippe Imparato, responsabile Europe Enlarged di Stellantis, ha detto che i "top di gamma" saranno prodotti a Modena, nello stabilimento Maserati. Dunque, non a Mirafiori.

Lo storico stabilimento aspetta l'arrivo della Fiat 500 Ibrida e della nuova 500e, ma quest'ultima non sarà quasi certamente in produzione prima del 2028. E anche sull'Ibrida paiono esserci problemi che, a nove mesi dall'inizio della preproduzione con debutto a novembre 2025, non sembrano di poco conto: rimettere il motore endotermico alla 500 elettrica sta portando a problemi tecnici e di peso che rischiano di frenare la nuova vettura sul mercato. Un ostacolo di non poco conto, se l'aspettativa di Imparato - che coincide con quella dichiarata a suo tempo, a Parigi, dall'ex ceo Carlos Tavares - è di 100mila vetture l'anno.

Per ora, la situazione è questa: per i mille o poco più della linea della Fiat 500e, tredicesima di 500 euro e contratto di solidarietà fino ad agosto del 20%, che significa per qualcuno una decurtazione lavorativa del 10% e per altri del 30%, detta in soldoni perdita su uno stipendio medio fra i 400 e i 500 euro. Idem per gli 800 della linea Maserati.

Poco fuori da Mirafiori, nella sezione "logistic" altrimenti detta "ex mascherine" - i lavoratori a bassa capacità lavorativa che, in periodo pandemico, sono stati impiegati nella non fortunata produzione di mascherine -, ci sono 250 lavoratori per cui gli ammortizzatori sociali scadono il 14 febbraio. Il Gruppo conta di ottenere un rifinanziamento di questi ammortizzatori sociali, ma in caso contrario? 

Lavora bene il reparto eDct, quello delle trasmissioni per i veicoli elettrificati: al momento impiega 800 lavoratori, tra cui diversi "in prestito" da altri stabilimenti italiani. Ma potrebbe dover riassorbire gli "esuberi" di Maserati o delle Meccaniche che ancora producono il cambio della Panda endotermica, destinata a sparire. E sono altri 650 lavoratori. Nel conto assommiamo ancora una sessantina di lavoratori che hanno chiesto un nuovo piano di uscite incentivate, che Stellantis al momento non sembra prendere in considerazione. L'offerta precedente, infatti, è ormai andata esaurita. In compenso, diversi di coloro che ne avevano usufruito, andando verso la scadenza dell'assegno di disoccupazione, e non riuscendo a ricollocarci altrove, stanno facendo domanda di reintegro in Stellantis.

Questa, dunque, la situazione reale della Fiat Mirafiori (dove peraltro, da anni ormai, neppure si allestisce più il grande albero nell'atrio della palazzina degli Enti Centrali di corso Agnelli). Che sarà "centrale" secondo le parole di Jean Philippe Imparato. Parole e modi che, a voler andare indietro con la memoria, sono state forse l'unica differenza con i piani annunciati - e in parte disattesi - di Tavares. Il governo insiste per arrivare a un milione di auto? Imparato non fa promesse. Ma nel 2025 il Gruppo in Italia difficilmente supererà i 500mila veicoli prodotti nel 2024

"Se questo stabilimento producesse parole, saremmo saturi - dice Gianni Mannori, delegato Fiom a Mirafiori -. Purtroppo produciamo, o vorremmo produrre, auto e non parole". 

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