Cerca

I retroscena dell'automotive

Stellantis: chi comanda ora? Ecco perché il buyback ha cambiato le cose

La divisione delle quote (blindate) fra Exor, Peugeot e Bpi e le sfide su elettrico e mercato USA

Stellantis: chi comanda ora? Ecco perché il buyback ha cambiato le cose

In un momento di fermenti dell'industria automobilistica globale, tra fusioni saltate e rilanciate (vedi Honda e Nissan), partnership e joint venture (Renault con il suo partner cinese Geely), Stellantis punta al rilancio e mira a consolidare la propria posizione. Ma chi comanda davvero in questo gruppo - quarto produttore mondiale - nato dalla fusione di Fca (a sua volta Fiat e Chrysler) e PSA? È ancora italiana o è sempre più francese? Questa la domanda che più spesso viene posta. E adesso, qualcosa è cambiato. Vediamo come.

L'EFFETTO DEL BUYBACK SUL CONTROLLO AZIONARIO
Lo scorso 10 febbraio, i tre principali azionisti del gruppo - Exor, Peugeot Invest e lo Stato francese attraverso Bpi - hanno ulteriormente rafforzato il loro controllo sulla società. Questo sviluppo è stato svelato attraverso un documento depositato alla Sec americana, che ha rivelato come i tre soci si presenteranno alla prossima assemblea del 15 aprile con un pacchetto di voti che supera il 48%, garantendo loro un controllo pressoché totale del gruppo.



L'EFFETTO DEL BUYBACK SUL CONTROLLO AZIONARIO
Ma come si è arrivati a questo punto? La risposta, come riporta MilanoFinanza, risiede nell'operazione di buyback da 3 miliardi di euro messa in campo da Stellantis nel 2024. Questa operazione ha comportato la cancellazione delle azioni acquistate, riducendo il totale dei titoli in circolazione da circa 3,1 a circa 2,7 miliardi. Di conseguenza, anche i voti in circolazione sono diminuiti da circa 4 a 3,6 miliardi. Questo ha permesso ai tre grandi azionisti di aumentare la loro percentuale di controllo senza dover acquistare ulteriori azioni.



IL RUOLO DI EXOR, PEUGEOT E BPI
Exor, la holding degli Elkann-Agnelli, detiene ora il 16,4% delle azioni in circolazione e il 24,9% dei diritti di voto. Peugeot Invest possiede l'8,9% delle azioni e il 12,4% dei voti. Infine, lo Stato francese, attraverso Bpi, detiene il 7,3% delle azioni e il 10,9% dei voti. Insieme, questi tre azionisti controllano il 32,6% del capitale di Stellantis e il 48,2% dei diritti di voto, una posizione che consente loro di prendere decisioni strategiche in autonomia.



IMPLICAZIONI PER IL FUTURO DI STELLANTIS
Questa configurazione azionaria offre ai tre grandi soci un potere decisionale significativo, permettendo loro di influenzare direttamente le strategie future del gruppo. Con quasi la metà dei voti, possono approvare operazioni straordinarie come acquisizioni e fusioni, che potrebbero ridefinire il panorama dell'industria automobilistica. Tuttavia, questa concentrazione di potere solleva anche interrogativi sulla governance e sull'equilibrio decisionale all'interno del gruppo.



UN FUTURO DI SFIDE E OPPORTUNITÀ
Mentre Stellantis si prepara ad affrontare le sfide del mercato globale, tra cui la difficile transizione verso l'elettrico e la digitalizzazione, il rafforzamento del controllo da parte dei suoi principali azionisti potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo. Tuttavia, sarà cruciale per il gruppo mantenere un equilibrio tra il potere dei grandi soci e le esigenze degli altri azionisti e stakeholder.

LA FRENATA SULL'ELETTRICO
Soprattutto perché ora, almeno nel piano di John Elkann che riveste di fatto la funzione di ceo - entro marzo avremo il nuovo nome? - dopo le dimissioni di Carlos Tavares, Stellantis ha frenato pesantemente sull'elettrico, investendo piuttosto su versioni ibride dei propri modelli: tanto che, al di là dell'attesa Fiat 500 Ibrida a Mirafiori, si lavora sul motore ibrido diesel, riportando in auge un propulsore che i dettami del Green Deal stavano affossando.

ELKANN IN MINORANZA?
Ma, se i tre soci insieme possono agire senza temere opposizioni, la Exor non può decidere da sola. E aumenta il peso della Francia, per quanto anche Psa e Bpi non abbiano la maggioranza qualificata: ma, nell'ipotesi, di un'alleanza con altri soci, potrebbero mettere in minoranza Elkann?

LA QUESTIONE USA E DAZI
Al momento nessuno scenario sembra prefigurare una cosa del genere. Ma le mosse immediate saranno decisive. A cominciare dalla riconquista del mercato americano - ciò che ha realmente azzoppato il Gruppo nel 2024 - e la minaccia incombente dei dazi del 25% da parte dell'amministrazione Trump sulle auto straniere (Stellantis produce Jeep in Messico). Elkann si è già mosso incontrando Trump e rilanciando investimenti negli Usa. Qui si gioca la partita: su un campo dove la Francia ha meno peso, peraltro. 

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.