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I retroscena dell'automotive
20 Febbraio 2025 - 07:20
In un momento di fermenti dell'industria automobilistica globale, tra fusioni saltate e rilanciate (vedi Honda e Nissan), partnership e joint venture (Renault con il suo partner cinese Geely), Stellantis punta al rilancio e mira a consolidare la propria posizione. Ma chi comanda davvero in questo gruppo - quarto produttore mondiale - nato dalla fusione di Fca (a sua volta Fiat e Chrysler) e PSA? È ancora italiana o è sempre più francese? Questa la domanda che più spesso viene posta. E adesso, qualcosa è cambiato. Vediamo come.
L'EFFETTO DEL BUYBACK SUL CONTROLLO AZIONARIO
Lo scorso 10 febbraio, i tre principali azionisti del gruppo - Exor, Peugeot Invest e lo Stato francese attraverso Bpi - hanno ulteriormente rafforzato il loro controllo sulla società. Questo sviluppo è stato svelato attraverso un documento depositato alla Sec americana, che ha rivelato come i tre soci si presenteranno alla prossima assemblea del 15 aprile con un pacchetto di voti che supera il 48%, garantendo loro un controllo pressoché totale del gruppo.
LA FRENATA SULL'ELETTRICO
Soprattutto perché ora, almeno nel piano di John Elkann che riveste di fatto la funzione di ceo - entro marzo avremo il nuovo nome? - dopo le dimissioni di Carlos Tavares, Stellantis ha frenato pesantemente sull'elettrico, investendo piuttosto su versioni ibride dei propri modelli: tanto che, al di là dell'attesa Fiat 500 Ibrida a Mirafiori, si lavora sul motore ibrido diesel, riportando in auge un propulsore che i dettami del Green Deal stavano affossando.
ELKANN IN MINORANZA?
Ma, se i tre soci insieme possono agire senza temere opposizioni, la Exor non può decidere da sola. E aumenta il peso della Francia, per quanto anche Psa e Bpi non abbiano la maggioranza qualificata: ma, nell'ipotesi, di un'alleanza con altri soci, potrebbero mettere in minoranza Elkann?
LA QUESTIONE USA E DAZI
Al momento nessuno scenario sembra prefigurare una cosa del genere. Ma le mosse immediate saranno decisive. A cominciare dalla riconquista del mercato americano - ciò che ha realmente azzoppato il Gruppo nel 2024 - e la minaccia incombente dei dazi del 25% da parte dell'amministrazione Trump sulle auto straniere (Stellantis produce Jeep in Messico). Elkann si è già mosso incontrando Trump e rilanciando investimenti negli Usa. Qui si gioca la partita: su un campo dove la Francia ha meno peso, peraltro.
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