Cerca

Agnelli & Segreti

Gianni Agnelli nudo, gli incontri galanti e... i fantasmi. Ecco i segreti della casa romana (in vendita) dell'Avvocato

Il racconto di Dalila Di Lazzaro, il gossip romano dell'appartamento affacciato al di sopra del Quirinale

Gianni Agnelli nudo, gli incontri galanti e... i fantasmi. I segreti della casa romana (in vendita) dell'Avvocato

"Uomo affascinante. Ma stai a vedere che è dell'altra parte...". Gianni Agnelli, il playboy della Costa Azzurra che (narrano alcune memorie) girava anche con una scimmietta sulla spalla? Tutta colpa di un copriletto in pelle e tante opere d'arte. E del fatto che accolse la sua visitatrice nudo. Lo disse (ben dopo la scomparsa dell'Avvocato) la protagonista di quello che un tempo si definiva un flirt... Con incontri nell'appartamento romano del senatore a vita, fronte Quirinale. Anzi: sopra, ché tecnicamente le stanze degli Agnelli in quel palazzo sono più elevate rispetto alla casa del Presidente della Repubblica. Chi volesse intendere...

Se Gianni Agnelli nella sua camera da letto a Villa Frescot ha sempre tenuto un ritratto della madre, Virginia Bourbon del Monte, nell'appartamento romano sfoggiava, tra le altre opere, una lugubre tela bruciacchiata di Jim Dine, in abbinamento con il copriletto in pelle...

Viale XXV Maggio a Roma è l'indirizzo di questa magione degli Agnelli, realizzata nell'Ottocento dall'architetto Gaetano Koch: Palazzo Mengarini o anche detto Albertini Carandini, dei conti Carandini proprietari di tutto. Tranne dell'appartamento dell'Avvocato, che si dice lo avesse vinto a carte al conte. Difficile: l'Avvocato odiava le carte e non giocava dove non poteva vincere (o far finta di farlo). 

In ogni caso, Gianni qui, la sorella Susanna nell'attico di sopra, Edoardo in un piccolo pied-à-terre dove l'Avvocato andava a guardare la tv satellitare a scrocco, uffici Ifi al piano terra, quelli di Cesare Romiti (dove riceveva i politici per i rapporti di Fiat che aveva ammesso?), un appartamento per Umberto Agnelli. Tutti in affitto. Per Gianni era il luogo dove ricevere in delegazione i vari politici che rendevano omaggio al Senatore a vita disceso nella Capitale. Tra i vari big, invece, il solito Henry Kissinger e Fidel Castro che, in visita a Roma in completo Giorgio Armani anziché in divisa, aveva incontrato il Papa, il Presidente della Repubblica e Gianni Agnelli (pare non in questo ordine...).

Quanto alle altre visite, abbiamo detto di Dalila Di Lazzaro. L'attrice raccontò anche che l'Avvocato l'accolse completamente nudo. Questo il racconto dell'attrice: "Gianni Agnelli me lo presenta il primo marito di Rosanna Schiaffino, Alfredo Bini. Lo incontro a casa sua a Roma e me lo trovo davanti completamente nudo". Dalila ha detto che fu "una lunga love story segreta". Che Gianni Agnelli era "affascinante, ma gaudente e cinico. Non mi ha entusiasmata sul piano umano". E poi, forse per superare l'imbarazzo del primo incontro, l'attrice dice di aver pensato "Sta a vedere che è dell'altra parte...".

DALILA DI LAZZARO: "LA MIA LOVE STORY CON GIANNI AGNELLI". - VIDEO

Storia confermata da Ferruccio De Bortoli, in un suo libro, dove cita questo dialogo con l'Avvocato: “Lei ha presente quella quella bella attrice con gli occhi verdi…come si chiama? Dalida…” “Dalila, forse?”, “Dalila, certo, Di…” “Di Lazzaro, Avvocato?” “Ecco, esattamente.” L’impressione era che facesse un po’ finta di non ricordarsi il nome e il cognome.

Poi la vulgata sostiene che vi furono altre visite romantiche... mentre Marella era in Svizzera (?), nell'attico di New York o nell'amatissimo riad di Marrakesh. Si parla anche di "un'amante ufficiale" che lo accompagnava nei party a casa Acquarone. E una giovanissima Ellie McPherson, invitata alle feste del produttore Aurelio De Laurentis, sgattaiolava ai piani alti. Naturalmente, tutti parlano ora che il Sovrano non c'è più.

Ristrutturato dall'architetto americano Ward Bennett, l'appartamento, è - o è stato - una sorta di galleria d'arte, fra i vari Balla, Fontana, Picasso, un gigantesco murale di Mario Schifano su commissione tra la sala da pranzo e il lungo corridoio detto Galleria Cinese: c'era anche un Balthus, che figura nell'elenco dei capolavori scomparsi che Margherita Agnelli sta reclamando (e anche un paio di Procure della Repubblica). 

Perché adesso anche questo appartamento, dopo la morte di Marella nel 2019, è di Margherita, che al pari di Villa Frescot l'avrebbe messo in vendita, senza troppo successo. E con una misteriosa clausola e un paio di fantasmi! 

Della clausola ha parlato nei giorni scorsi Il Foglio: in pratica, all'acquirente si chiederebbe di continuare a garantire la disponibilità di un'ala dell'alloggio alle contessine de Pahlen - un paio già sposate - figlie di Margherita nelle loro discese nel bel mondo romano. O almeno così ha raccontato al Foglio un visitatore. Abbastanza difficile da credere, però.

Più divertente la questione dei fantasmi, e anche più credibile, trovandoci a Roma. Si tratterebbe di presenze avvertite dai visitatori, in considerazione del fatto che il palazzo, che prende una parte dei Giardini Colonna, baserebbe su parte dei resti di un antico insediamento di religiosi... In epoca antica, qui sorgeva un tempio dei Sabini dedicato alla... fedeltà coniugale. Fatto sta che pare che Ilaria Rattazzi, figlia di Susanna, ogni tanto capitasse lì con un po' di acqua benedetta. 

In ogni caso, al momento di acquirenti non si parla, il prezzo (10 milioni di euro) che circola pare un filo azzardato. D'altra parte, per Villa Frescot Margherita ci ha fatto dire che "ci sono diversi progetti. Ma nulla è ancora deciso". A parte per Villar Perosa, dove la figlia dell'Avvocato ha iniziato dei lavori di ristrutturazione per la casa di Famiglia vera e propria, forse la più amata. Ma è una storia che vi racconteremo poi. 

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.